Vaccini: fra politica, web, luoghi comuni e fake news

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Credo sia sufficiente leggere i commenti agli articoli on line per capire il livello di confronto sulla vicenda vaccini.
Si parla di leggi fatte per “vaccinazioni di massa al pari dei tso “(ovvero dei trattamenti sanitari obbligatori, quelli per pazienti psichiatrici, tanto discussi), oppure “scelta sanitaria come libera scelta del cittadino” (come se un virus che gira non riguardasse la comunita’) fino a derive deliranti che rimandano a complotti internazionali.
Di informazione sull’intricata e confusa vicenda dei vaccini ne abbiamo avuta e ne abbiamo tanta, ma a ben guardare tutto nel nostro paese alla fine viene inglobato da web, ingoiato , digerito e trasformato in uno scontro feroce fra tifoserie.
Ovvero uno scontro senza contenuti, un ring sul quale sfogare una violenza figlia della frustrazione.
Finche’ si parla di calciatori, tutto sommato, il problema (almeno per quanto mi riguarda) e’ residuale. Ma quando si tratta di salute allora no, il sentito dire non va bene, qui si rischia grosso
Purtroppo, forse anche per responsabilita’ di noi giornalisti, sempre piu’ spesso l’informazione viene effettuata con un pericolosissimo fai da te: carta stampata? Sempre meno seguita…tg? Calo degli ascolti… (se poi parliamo dei servizi della rai, i sostenitori della teoria del complotto sono certi che siamo tutti prezzolati da case farmaceutiche che lucrano sui vaccini) e allora via con il sentito dire che imperversa sul web e che diventa il sentire comune, la voce della pancia del paese.
Quella pancia del paese sempre in movimento, che come per l’immigrazione anche per la vicenda vaccini viene continuamente stimolata ad esprimere tutto quanto di meno vicino ad una convivenza civile possiamo immaginare: ho paura dei vaccini perche’ ho letto sul web, sul sito xy che fanno male. aAmio figlio non lo faccio. gli altri si arrangino.
Allo stato dei fatti a parte qualche oltranzista complottista e qualche fautore della liberta’ individuale che viene prima di quella collettiva, le posizioni dei politici sono piu’ o meno sulla stessa linea: i vaccini vanno fatti (salvini ha vaccinato i figli e il ministro grillo vaccinera’ il suo quando nascera’). Purtroppo pero’ la passata campagna elettorale ha lasciato strascichi opachi e populisti che sul web continuano ad autoalimentarsi.
Insisto, la responsabilita’ e’ anche nella gestione di noi giornalisti, dei commenti a pie’ di articolo. Non credo che lasciare libero sfogo a idee “da autobus” sia liberta’ di espressione.
La scienza dovrebbe essere la protagonista in questi casi, in tutti i casi in cui si parla di salute. I dati, le cifre, le percentuali di malattie, di morti per morbillo, di virus che stanno subendo una recrudescenza, degli effetti collaterali e cosi’ via.
Se continuiamo ad alimentare un dibattito aleatorio e velleitario non andiamo da nessuna parte. Anzi, si, andiamo verso problemi molto seri.
L’informazione deve farsi meno politica e piu’ scientifica. Meno cori da stadio, piu’ numeri e interviste ad esperti. e allora mi chiedo: come gestire i commenti a fine articolo nei giornali on line? E’ vera liberta’ quella di lasciare traccia di sfoghi personali o paure o, talvolta, turbe psichiche? Ma cancellarli, non pubblicarli e’ censura? che cosa e’ un giornale on line? Cosa deve dare a chi legge?
Non ho risposte. Ma teniamo sempre presente che di cio’ che leggiamo nei commenti, come nei tweet o su fb, sempre meno conosciamo la provenienza, quell’ombra dietro la quale il web nasconde dall’hate speech ai luoghi comuni.
Un grande mezzo, il web che pero’ ancora non sappiamo come gestire, combattuti come siamo fra desiderio di liberta’ di espressione e superficiali, pericolose e tendenziose fake news.

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