Maurizio Costanzo: la storia della televisione

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Maurizio Costanzo, che compie ottant’anni e al quale rivolgiamo i nostri migliori auguri, è stato ed è molto più di un giornalista. Costanzo è la storia stessa della televisione italiana, con il suo genio creativo, i suoi ospiti introdotti un po’ alla volta con l’uso della campanella (una formula vincente oggi ripresa da Porta a Porta), il suo “Maurizio Costanzo Show” che ha egemonizzato la seconda serata per oltre vent’anni, la messe di personaggi che ha lanciato e il suo declino, prima di rinascere in una forma e con una cadenza più consone alla stagione attuale e, non a caso, estremamente apprezzate dal pubblico.
Costanzo, dalla radio alla televisione con la medesima naturalezza, in un decennio cruciale della nostra storia come sono stati gli anni Settanta, ai tempi in cui la politica era tutto e il giornalismo il resto, con una passione civile, un entusiasmo e una voglia di costruire qualcosa di importante di cui oggi sembra essersi persa traccia.
Ottant’anni e da ventitre sposato con Maria De Filippi, regina della tv commerciale e compagna affettuosa di un uomo dal carattere tutt’altro che semplice.
Certo, grava sul suo curriculum la macchia dell’iscrizione alla P2 mentre va ascritta a suo grande, forse principale, merito la lotta contro la mafia che condusse nei giorni delle stragi, al punto di subire un attentato, il 14 maggio del ’93, al quale scampò per miracolo. Erano i giorni di “Samarcanda” e della battaglia congiunta con Michele Santoro, in ricordo dell’imprenditore siciliano Libero Grassi, i giorni delle denunce e della lotta strenua di Falcone e Borsellino, gli ultimi giorni della Prima Repubblica, tra partiti che si sgretolavano e istituzioni corrose dal malaffare e dall’insostenibilità di un contesto sempre più fragile.
Costanzo, in ogni circostanza, è stato un protagonista e un punto di riferimento, un simbolo e infine un’icona del piccolo schermo.
Senza dimenticare la meravigliosa sceneggiatura di “Una giornata particolare”, diretto da Ettore Scola e interpretato da Sofia Loren e Marcello Mastroianni: un inno alla resistenza contro ogni fascismo, a cominciare dalla barbarie cui stiamo assistendo in quest’amara stagione.
Auguroni Maurizio, altri ottanta di questi giorni!

P.S. Domenica ci ha detto addio, a novantuno anni, Neil Simon, drammaturgo e sceneggiatore americano, cantore del ceto medio e protagonista di una delle stagioni migliori della storia degli Stati Uniti. Ci mancherà il suo umorismo garbato, così come ci mancherà la sua personalità umile e gentile. 

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