Si chiamava Piersanti

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E’ del tutto inutile, se non peggio, il tentativo di condividere il tema della lotta alla mafia con le opposizioni se si ignora cosa sia la mafia. Purtroppo il presidente del consiglio, o chi gli ha scritto il discorso, lo ignora, dal momento che pensa di mandare un segnale di solidarietà al presidente Mattarella riferendosi agli attacchi dei social “alla memoria di un suo congiunto”.

Una frase incredibile, che fotografa senza bisogno di alcun commento il livello di un uomo, di un politico, di un governo. Molti, moltissimi, diranno che è un dettaglio. Un dettaglio agghiacciante, che ha giustamente scatenato la durissima reazione perfino del mite ex ministro Delrio – lo schivo politico di matrice diessina con nove figli- che ha urlato (finalmente!) in aula: “Si chiamava Piersanti!”.

Si, si chiamava Piersanti Mattarella, fu assassinato nel gennaio del 1980 perché fu il primo politico, peraltro democristiano, che mise mano agli appalti per non farli gestire dalla mafia. Un pezzo di storia d’Italia. Come Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, La Torre, Chinnici, Costa, Cassarà, Livatino, Giuliano, De Mauro….e, purtroppo, centinaia di altri eroi civili del nostro paese. Ma i nuovi potenti la storia non la conoscono. E per questo nei loro “contratti” non c’è spazio per la scuola, per la cultura, per i diritti civili. L’agenda dei temi sui quali vigilare e lavorare ce l’abbiamo già.

 


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