Querele temerarie. Il 1° giugno a fianco di Stefano Andreone

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Fare un’inchiesta sul campo, sull’urbanistica “difficile” di un luogo complicato qual è Cardito di Napoli, può costare molto caro, può farti arrivare in Tribunale da indagato per diffamazione aggravata, anche se la tua intenzione era soltanto quella di raccontare un territorio, la sua espansione e i suoi protagonisti. E’ ciò che è accaduto a Stefano Andreone, giornalista e direttore di ITVMinformo, un canale molto seguito in quel comprensorio. Andreone è andato a sentire direttamente cittadini del posto e tra questi uno in particolare che aveva presentato numerosi esposti e svolto azioni legali per questioni urbanistiche. Nel corso di una delle interviste sono state rilasciate dichiarazioni a proposito della recente politica urbanistica attuata nel territorio di Cardito e che chiamavano in causa il ruolo del sindaco in carica. Quest’ultimo si è sentito leso nella sua dignità di primo cittadino e ha denunciato sia l’autore delle dichiarazioni che il giornalista che aveva realizzato il servizio, ossia Andreone che ora risponde dell’accusa di diffamazione aggravata davanti al Tribunale di Napoli Nord che ha sede ad Aversa (Caserta). Il cronista si è dissociato dalle dichiarazioni e sostiene di aver semplicemente fatto il suo lavoro, credendo di dare voce ai cittadini del posto su vicende legate all’edilizia.

La querela per diffamazione è stata presentata dal sindaco che nel procedimento in corso è la presunta parte offesa. Fermo restando il diritto di chiunque a chiedere la verifica giudiziaria di eventuali lesioni e nel rispetto della decisione del giudice, questo procedimento si inserisce lungo la linea sottile delle querele che troppo spesso inseguono i cronisti italiani che raccontano storie complicate in territori stretti tra criminalità e degrado urbano, ossia esattamente ciò che il servizio di ITVMinformo tendeva a fare in ossequio ai principi deontologici della professione. Stefano Andreone, difeso dagli avvocati Giuseppe Di Palo e Giancarlo Visone, comparirà il primo giugno davanti al giudice dell’udienza preliminare che dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio per diffamazione avanzata dalla Procura. E quel giorno con Stefano in Tribunale ci sarà un delegato del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. L’obiettivo è quello di stare accanto ai cronisti delle periferie difficili come quella di Napoli Nord, al fine di evitare qualunque ipotesi di attacchi politici alla professioni tramite querele temerarie che, come i numeri dimostrano, sono sempre in agguato.


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