Governo placebo

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Siamo sicuri che l’intesa M5S-Lega escluda elezioni anticipate? Io non credo.  Anzi, penso che i due partiti arriveranno presto – alla prima scelta divisiva – ad un clamoroso litigio, che ci porterà alle urne. Con il vantaggio per loro di poter usare il clamore di una rottura precoce, per rinsaldare il proprio elettorato attorno alla dichiarazione solenne: “noi ce l’abbiamo messa tutta, ma sui nostri valori non cediamo”. Insomma, chi pensasse che finalmente l’instabilità politica di questi mesi si sia risolta con il bacio del murales, si ricordi anche che quella preveggente immagine è stata cancellata dopo poche ore.  Stracontenti di questo governo-placebo sono soprattutto il PD e FI. Che rimangono entrambi all’opposizione, il posto più confortevole durante le tempeste. E possono così già iniziare la loro campagna elettorale, sparando dalle feritoie su qualsiasi mossa degli avversari.

Quindi tutti contenti? I partiti sì, noi italiani no.
Abbiamo quasi raddoppiato i poveri assoluti, in questi anni di sinistra ambidestra, a base di evasione friendly condonabile e corruzione privacy, non intercettabile. Ora, dovremo adottare una manovra di aggiustamento dei conti da oltre 3 miliardi, nonché disinnescare le famose clausole di salvaguardia, per evitare aumenti Iva, se non troveremo tra gli onesti i 12 miliardi e mezzo che i furbi hanno eluso. No, non credo che Di Maio e Salvini muoiano dalla voglia di arrivare a nuove elezioni dopo aver affrontato un periodo di lacrime e sangue. Faranno saltare il tavolo prima, accusandosi a vicenda di aver tradito i patti, per riposizionarsi al volo anche loro all’opposizione. Del loro stesso governo-placebo.

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