Caso Ahed Tamimi. Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese: “il silenzio omertoso dei media italiani”

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“Laggiù, nella dimenticata terra di Palestina,  a  Nabi Saleh, piccolo villaggio della Cis-giordania, una giovanissima donna, appena adolescente, sta assurgendo a simbolo della Resistenza strenua del suo popolo, che a 100 anni dalla Nakba è sottoposto tuttora, ma non rassegnato,  ad una cinquantennale   pesante occupazione straniera. Forte soltanto    della disperazione per le angherie   e le violenze subite dai suoi stessi  familiari ad opera delle forze di  occupazione,  Ahed  Tamimi,  a soli 16 anni,  ha  trovato il coraggio di rivendicare il proprio diritto alla liberta e a non consentire intrusioni nella sua casa: a mani nude si è opposta con qualche schiaffo all’ingresso abusivo di un militare israeliano armato di fucile ed al riparo di  un giubotto  antiproiettile e di elmetto.

E’ stata arrestata. Dopo di lei sono stati rinchiusi anche suoi familiari e pende su di lei il rischio di un condanna durissima quanto illegale di un tribunale militare israeliano.

Da quando è stata imprigionata il 19 dicembre, le manifestazioni  a Nabi Saleh per la sua liberazione si intrecciano con quelle contro l’editto di Trump su Gerusalemme e   personaggi israeliani quali Lisa Golsman, James Nirt e Gideon Levi, sono insorti in sua difesa; proprio oggi 6 gennaio  una manifestazione di donne israeliane è stata indetta   in suo favore   davanti al carcere di Asharon.  mentre un’altra ancora  di donne – israeliane, palestinesi ed internazionali  – è stata fissata per  le ore 12 di sabato 13  a Nabi Saleh.  In tante parti del mondo come a  Madrid, Londra, New York, Dallas, Chicago, Parigi e anche Bratislava vi sono state manifestazioni di solidarietà nei confronti di Ahed  ed anche alcuni giornali   si sono occupati  di questa vicenda che  solo l’opinione pubblica italiana ignora  per l’omertoso silenzio dei grande mezzi di informazione nostrani.

Eppure l’Italia è il paese delle “staffette partigiane”, dove tante donne sono cadute   per essersi ribellate all’occupazione naziste e nel quale tutti i democratici ricordano    con dolore ed amore le   tante giovani donne  stroncate dalla barbarie. E’ ben noto dunque  quale sia stato e sia l’apporto delle donne   per la difesa della libertà e la costruzione della democrazia per cui   non dovrebbe sfuggire ai nostri  mezzi di informazione l’importanza del caso  di Ahed Tamimi  che non vuole soggiacere ad un destino di oppressione.

Intendiamo perciò elevare una protesta fortissima per il comportamento degli organi di informazioni italiani che, tranne  rarissime eccezioni,  neppure in questa vicenda osa rompere la consegna del silenzio su ciò che Israele compie ai danni del Popolo Palestinese; arciinvitiamo nel contempo le giornaliste ed i giornalisti che conservano la consapevolezza della importanza e della delicatezza della professione a fare ogni sforzo per garantire un’informazione completa e corretta a tutte e tutti noi”. Lo scrive in una nota la Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese


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