Valogno, il piccolo borgo dei murales e delle porte aperte

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Quanti saranno in Italia i borghi dimenticati, abbandonati, sconosciuti… Poi, all’improvviso per qualcuno di essi qualcosa succede, cambia, si muove. Mai per caso. Occorre un’intuizione, occorre rischiare. È così che è accaduto a Valogno, piccolo paesino arroccato tra montagne e tufo vulcanico, in provincia di Caserta.

A Valogno non ci sono supermercati, non ci sono farmacie, non ci sono bar, e neanche una chiesa. Ma c’è colore, armonia, storie raccontate sui muriMurales. Prima uno, due, tre, oggi decine. Di artisti locali, ma anche internazionali. E donne, soprattutto. Parlano di favole, di immaginazione, ma anche della storia d’Italia, di eroi e di briganti.

E così, grazie all’arte e ai colori, il paesino ha ricominciato a popolarsi. Di gente che torna, di chi vorrebbe venirci a vivere, di turisti anche. Un turismo diverso, a cui bisognerebbe trovare un altro nome. Fatto di incontro, scambi e condivisione.

Arrivi e questo paesino di 90 abitanti, con una media di 65 anni, ti apre le porte. Letteralmente.

Ti viene incontro Giovanni Casale, alle spalle la professione di psicologo, che a un certo punto, insieme alla moglie Dora, ha deciso di dare una svolta alla sua vita. Ha chiuso la casa di Roma dove abitava e ha aperto quella di famiglia, a Valogno. Non solo per sé ma per tutti, per chiunque voglia pensare ad una diversa impostazione della vita. Qui si condividono le esperienze, le storie, e persino il pranzo. Pranzo condiviso, è la formula e vuol dire invitare i “turisti” a pranzare allo stesso tavolo, nella sala di casa, accanto al fuoco del camino… Continua su vociglobali


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