Solidarietà a Report. Lettera aperta al conduttore Ranucci

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Sigfrido Ranucci,

le scrivo per manifestare il mio pieno sostegno alla trasmissione Report, una delle poche che conduce – da sempre (grazie Gabanelli) – inchieste scomode per il potere, esercitando esattamente la funzione del giornalismo in un paese democratico. Le “coincidenze” svelate tra il salvataggio de L’Unità da parte dell’imprenditore Pessina e l’improvvisa aggiudicazione di appalti pubblici a suo favore hanno infastidito importanti uomini politici, ad iniziare da Matteo Renzi. Subito dopo – altra coincidenza – la Rai ha iniziato a considerare l’ipotesi di togliere la tutele legale alla trasmissione. Questa decisione, va detto, è in realtà un’intimidazione, perché in caso di querela – frequentissima reazione di chi non vuole essere disturbato nei propri affari – esporrebbe voi giornalisti d’inchiesta ad una forte pressione processuale e ad anticipare ingenti spese legali
Purtroppo, nel nostro Paese non esiste la sanzione per le “querele temerarie” – ovvero quelle attivate soprattutto da uomini di potere solo per arroganza, con un esito negativo scontato, ma dal risultato intimidatorio e mediatico certo. Se a questi signori fosse applicata una sanzione pecuniaria in proporzione all’ammontare del risarcimento richiesto e respinto dal giudice, ci penserebbero bene prima di minacciare le vie legali.
Lei – e la sua Redazione – continuate così. Questa informazione “cane da guardia del potere”  fa bene a noi cittadini. Ci rende più consapevoli e più coinvolti. Perché la prima forma di partecipazione è proprio l’informazione. Non siete soli. Siamo in tanti a sostenervi, perché siamo in tanti ad aver bisogno di capire tutti gli abusi di potere che si nascondono dietro l’ipocrisia interessata della cattiva politica e del pessimo giornalismo “moderato”, che si astiene dal denunciarla.

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