Saviano e De Magistris… incontratevi!

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Fa male la lite Saviano-De Magistris per chi si batte per la legalità. E pensa che questa sia una potente cura per guarire Napoli dal suo degrado. Fa male perché entrambi i protagonisti di questa dura polemica hanno aiutato Napoli ad invertire la tendenza all’autodistruzione. Lo scrittore lavorando sulla consapevolezza, rendendo pubblica la tossicità ben camuffata dalla camorra; il sindaco lavorando sulla speranza, facendo rinascere la fiducia del cambiamento in un popolo ferito dalla prepotenza e rassegnato all’impotenza.

Saviano attacca dicendo che il maggior flusso turistico non basta a dichiarare “fuori pericolo” una città, dove la malavita organizzata ha inquinato persino la falda degli adolescenti della “paranza”. De Magistris reagisce pretendendo che si riconoscano i passi in avanti compiuti, chiedendo allo scrittore di collaborare invece di criticare, ma secernendo l’accusa velenosa che non lo fa perché il degrado lo arricchisce. Due personalità forti si sono scontrate. Ma la rissa non può andare oltre, perché a rimetterci è Napoli.

Allora, dico a Saviano e De Magistris: incontratevi. Chiudetevi in una stanza. Urlatevi in faccia tutto quello che di negativo uno pensa dell’altro. Finché rimosse le incrostazioni del pregiudizio, non emergano gli ideali che vi uniscono.
E poi cambiate atteggiamento e fate una cosa che nel Sud è molto difficile: collaborate. Ma che voi potete fare, perché siete entrambi fuori da interessi di consenso, per la credibilità acquisita con il vostro impegno, pagando sempre di persona. Unite le vostre forze perché il tiranno di Napoli – la camorra – è ancora potente e nessuno di voi – da solo – è in grado di sconfiggerlo. Il bene di Napoli e dei napoletani merita la vostra alleanza. Una città e un popolo a cui tutti siamo affezionati e debitori per la grande cultura che ha prodotto. E che finalmente vede la legalità come l’unico contesto che dia senso all’impegno. Vede la qualità di vita aprirsi oltre il fatalismo, la grande depressione collettiva da cui Napoli ora sa di poter uscire. Se voi – insieme – continuate ad aiutarla.


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