Save the Children: 1 bambino su 20 non può permettersi le scarpe

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Sesto Atlante dell’infanzia. “Centinaia di migliaia di minori a rischio: quasi 1 su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa gli amici, festeggiare i compleanni, comprare abiti nuovi, libri non scolastici, mandare in gita con la classe”

ROMA – In Italia 1 bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l’anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni stagione)e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi 1 su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli  abiti nuovi, libri non scolastici, mandarlo in gita con la sua classe. 1 su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc), quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa. Solo 3 bambini su 10, che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa . E’ la fotografia scattata dal sesto Atlante dell’Infanzia “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, realizzato da Save the children e presentato oggi a Roma nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro”. 200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, l’Atlante è a cura di Giulio Cederna, corredato dalle foto di Riccardo Venturi ed è disponibile anche online, con una piattaforma multimediale interattiva (www.atlante.savethechildren.it  #bambinisenza).

Il rapporto parla di centinaia di migliaia di minori deprivati di una vita dignitosa e delle opportunità per sviluppare i propri talenti, anche a causa della crescente illegalità di cui sono vittime dirette e indirette. Minori che pagano un prezzo altissimo alla corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.

Una deprivazione di possibilità, stimoli e opportunità che si riflette anche nelle scarse performance scolastiche: 1 alunno di quindici anni su 4 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e 1 su 5 in lettura (mappa sul deficit di competenze). Sono poi oltre 500.000 i giovani (15-29 anni) che, negli anni, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori. Per la gran parte laureati.

Tra le numerose ferite che affliggono l’infanzia in Italia, l’Atlante documenta il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini, che segna il loro rapporto con la città e il quartiere, la relazione con i coetanei (per i fenomeni di bullismo e di discriminazione), la vita in casa: si stimano in circa 400 mila i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche. Non possiamo infine non ricordare la condizione dei minori stranieri che arrivano in Italia da soli (nell’ultimo anno più di 11 mila – mappa Arrivati via mare) che, dopo un viaggio spesso drammatico, anche in Europa sono a rischio di cadere in circuiti criminali di sfruttamento, se non si attiva una adeguata rete di protezione.

“La sesta edizione dell’Atlante documenta le deprivazioni più gravi che colpiscono i bambini in Italia, portando alla luce l’impatto devastante dell’illegalità nelle loro vite”, spiega Valerio Neri, direttore Generale Save the Children Italia. “Le mafie e i fenomeni corruttivi esercitano una violenza diretta e indiretta sui minori. Possono causarne la morte ma anche bloccare il loro sano sviluppo coinvolgendoli precocemente in attività criminose e allontanandoli da scuola. Distorcono le economie e il mercato del lavoro, rendendoli accessibili solo a chi accetta le logiche dell’illegalità.  Sperperano i soldi pubblici anziché impiegarli in servizi sociali, spazi pubblici e scuole”, spiega ancora Valerio Neri.“Illegalità e  povertà educativa si alimentano a vicenda”, aggiunge Raffaela Milano, direttore dei  Programmi Italia-Europa – . Vivere in un ambiente deprivato dal punto di vista sociale ed educativo per un bambino significa non avere l’opportunità di scoprire le proprie capacità e i propri talenti e non poter costruire liberamente il proprio futuro. E’ questo che intendiamo quando parliamo di povertà educativa, una piaga drammatica nel nostro paese” .

Da redattoresociale


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