Parigi e le sue foglie prima che tutto accadesse

0 0

12304094_10205837627836040_2138565978729359511_oDieci giorni prima degli attentati dell’ISIS,  Parigi si raccontava così.

Le prime ore d’un pomeriggio di novembre,  un pò freddo e di vento, con la metro raggiungo l’Arco di Trionfo, al centro della Piazza da cui ci si incammina  verso gli Champs- Elysées,  denominata un tempo Place de l’Etoile  (oggi Place Charles de Gaulle). Devo scrivere del Milite Ignoto e di come a Parigi , sotto l’Arco,  ci sia sempre quel fuoco acceso e fiori freschi avvolti nella bandiera francese a rimembrar quanto grata sia la Patria Francia a tutti i suoi combattenti caduti in nome della libertà, uguaglianza , fratellanza. E parole incise sulle imponenti lastre di ottone  sparse intorno alla tomba.

“Quoi qu’il arrive, la flamme de la resistance francaise ne doit pas  s’eteindre et ne s’eteindra pas.” (Qualunque cosa accada,  la fiamma della resistenza francese non si spegne e non si spegnerà)  – 18/ Juin 1940  General De  Gaulle

12310092_10205837624395954_7580170762060428463_oE’ il 3 novembre. Dieci giorni dopo le parole del Generale risuonano  forti tra i pensieri di chi ha camminato nei luoghi degli attentati, ha calpestato le stesse foglie che gli attentatori hanno calpestato e che le vittime hanno visto per l’ultima volta. E risuonano fortemente perchè attualissime, vere, perchè raccontano d’una Francia che non s’arrendeva e non s’arrende, d’un amore di Patria indiscusso, eterno, di cui molti di noi non sanno più parlare.

Devo  raccontare di come, tra i viali alberati degli Champs Elysées, si possa  ancora immaginare i pensieri di chi, in nome di certi ideali , perde la vita . E scrivo  di una città meravigliosa al tramonto, di colori arancio e rosso, di profumi di caffè e di mille luci di Natale già pronte ad illuminare chi a Parigi ci viene per piacere, per visitare i suoi luoghi d’arte e di cultura. E penso che sia sempre una delle città più belle al mondo perchè nulla le manca.  E nascono immagini rubate tra un autobus e le auto, tra chi corre e chi si ferma, tra me e chi m’accompagna.

12316563_10205837624795964_6788616678750700665_nPoi tutto si ferma in una fotografia rubata al tempo che scorre.  A terra un tappeto di foglie cadute, sulla destra la senna che scorre lenta e a tenermi per mano imponente s’alza la Tour  Eiffel. Chi se lo poteva  immaginare come cambiano le cose in pochi giorni.  Gli attentati del 13 Novembre 2015 sono stati una serie di attacchi terroristici ricollegabili all’Isis, compiuti da uomini e donne, attraverso  attacchi armati concentrati nel I,X e XI arrondissement di Parigi, allo Stade de France, a Saint-Denis nella regione dell’Ile de France. La più sanguinosa delle sei sparatorie è avvenuta nell’ormai noto teatro Bataclan dove 89 persone hanno perso la vita.

Hollande, il presidente francese, quand’ancora gli attacchi erano in corso, ha annunciato chiusura delle frontiere e stato di emergenza. Centoventinove sono le persone uccise, quattrocentotrentatre quelle ferite.

Ma questo pomeriggio prima che tutto accadesse, di Parigi e della sua rara bellezza ho potuto raccontare quasi a ricordare che nulla può cambiare la forza di un popolo quando rinasce e lotta. Oggi sono gli islamici francesi che gridano la propria rabbia perchè sono loro i primi ad essere additati, odiati, ricercati. Sono loro, che vivono in Francia che sono nati li e li ci vogliono restare che chiedono di unirsi ed isolare le cellule impazzite d’un Islam che non parla di un Dio ma di morte e di pura follia.

Quel pomeriggio, e fino a sera io l’ho potuta ancora guardare Parigi attraverso le immagini di chi ne cercava le sfumature migliori, quegli angoli nascosti per cogliere piccole quotidianità d’una vita frenetica eppure bellissima. Negli scatti e in poche righe resta una città la cui fiamma non morirà mai, perchè alimentata da forza, d’amore di Patria e da quel senso d’appartenenza ancora vivo in questo popolo.

Foto di Vincenzo Aiello


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21