Mille e non più (8 per) mille

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“Chiedilo a loro” diceva lo spot per far donare l’8 per mille al Vaticano. E il video si soffermava su preti di frontiera alle prese con diseredati di periferie ferite. “Chiedilo a loro” denunciano i  libri inchiesta appena pubblicati, rivolgendosi a cardinali e vescovi per risalire all’utilizzo di ingenti fondi della Chiesa a favore del lusso di alti prelati. Come credenti, ci dovremmo costituire parte civile presso il promotore di giustizia vaticano, rispetto a tanta scandalosa distrazione di fondi. Persino quelli dedicati al Bambin Gesù. Ma fare una class action contro contro l’Aspa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) non è possibile.

Possibile invece chiedere una revisione profonda dell’istituto dell’8 per mille.
Soprattutto per la quota “inoptata”, cioè quella che rimane senza indicazione del beneficiario nelle dichiarazione dei redditi. Oggi questa enorme mole di soldi, viene ripartita con le stesse proporzioni della parte optata, applicando  un criterio del tutto arbitrario di silenzio assenso del cittadino, che invece si è astenuto da questa scelta.
Perché allora non destinare l’inoptato al fondo del 5 per mille dedicato alle onlus? Magari unificando i due istituti, semplificando gli accrediti a chi opera nel sociale, ma aumentando filtri, controlli e sanzioni  per i furbi. Sarebbe anche un modo per aiutare certa classe dirigente del Vaticano a vergognarsi. Lo stato d’animo che precede il pentimento.

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