Festival “Arte e Fede, Orvieto 28 Novembre – 8 Dicembre 2015

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«Quando si fa sera, voi dite: – Bel tempo, il cielo rosseggia – e al mattino: – Oggi temporale, perché il cielo è rosso cupo -. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?» (Mt. 16,2-3). Gli avvenimenti che segnano la nostra storia interpellano in profondità persone e società sulla condizione umana. Tra ieri e domani spicca la dimensione del presente: l’oggi è un dono, un regalo, un presente. Ci è stato regalato un tempo per vivere, un presente per guardare cosa succede dentro e fuori di noi. Ci è stato donato un tempo per essere amati e per amare, per discernere i nostri sentimenti, i nostri pensieri, i segni dei tempi.

Il Giubileo voluto da Papa Francesco è alle porte, decisivo presente di misericordia.

“Ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Alla luce della parola del Signore “Siate misericordiosi come il Padre (Lc. 6,36)”. La misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita.”
Protagonisti del nostro presente e consapevoli di essere amati, “ in questo Anno Santo potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a chi vive nelle più disparate periferie esistenziali. Quante situazioni di precarietà e sofferenza nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità. Le nostre mani stringano le loro mani perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità.”

Papa Francesco – Misericordiae Vultus – Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia.

“Leggere i segni dei tempi: il Presente della Misericordia

Programma

28 Novembre

“Concerto-Meditazione per l’Anno Santo della Misericordia”
Coro della Diocesi di Roma e Orchestra Fideles et Amati, diretti da Mons. Marco Frisina – Orvieto – Duomo – ore 21.00

“ L’Anno Santo della Misericordia inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre 2015, nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi.”

Mons. Marco Frisina è fondatore e direttore del Coro della Diocesi di Roma, attualmente composto da oltre 250 elementi, nato per l’animazione delle più importanti liturgie diocesane, molte delle quali presiedute dal Santo Padre. Attualmente è consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presidente della Commissione Diocesana di Arte Sacra e rettore della Basilica di santa Cecilia in Trastevere

In collaborazione con l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG) è un’Associazione pubblica di fedeli cattolici eretta dalla Santa Sede, incaricata di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e di sostenere iniziative a favore della presenza cristiana in Terra Santa per realizzare: scuole, asili, ospedali aperti a tutti senza distinzione di razza o di fede religiosa.

30 Novembre

Lectio di P. Enzo Bianchi – “Annunciate a tutti la misericordia di Dio” – Orvieto – Duomo – ore 18.30

Enzo Bianchi è un religioso e saggista italianomonaco laico, fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose e autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla tradizione di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo, pubblicati per i principali editori italiani.. Collabora a «La Stampa», «Avvenire», e in Francia a «La Croix» e «Panorama». Nel 2014 è stato nominato da Papa Francesco consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci. Le parabole sono racconti di uomini e donne come noi – padri, figli, lavoratori – e hanno in Gesù il loro narratore d’eccezione. L’eredità che lasciano a chi le ascolta o a chi, come noi oggi le legge, è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia, mantenendo intatto lo sguardo umanissimo di Gesù sul quotidiano: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Nelle parabole la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia. E’ attraverso la parola di Cristo che l’amore di Dio si trasferisce all’umanità, trasformandone per sempre l’esistenza.

Tra le tante rivoluzioni fatte da Gesú, ci dice Enzo Bianchi, c’è anche quella di aver rivoluzionato il modo di concepire il cibo. Gesú amava la tavola come luogo di incontro con gli uomini e con le donne, amava la tavola come occasione di lode e ringraziamento a Dio. Soprattutto amava la tavola come promessa di vita e di pace per tutti. C’è un insegnamento di Gesú a tavola che dobbiamo conoscere per riscoprire la sapienza e la gioia del vivere e del convivere, e per diventare piú umani. Il cibo è dono: della madre che ci nutre nell’utero e ci offre il seno. Poi, crescendo, l’uomo impara a procurarselo e a cucinarlo da solo. Ma il cibo è molto di piú: è il gesto sociale per eccellenza, il gesto della comunità nel suo ritrovarsi, nel fare memoria e fare festa. Mangiare ritma la giornata, la settimana. Mangiare celebra il tempo: la nascita,  l’epifania delle storie d’amore, la morte.

01 Dicembre

“Due giorni, una notte” di Jean Pierre e Luc Dardenne – Orvieto – Bar Montanucci – ore 19
(Fino ad esaurimento posti)

Per due giorni e una notte, con l’aiuto del marito, la trentenne Sandra inizia a girare per la città con lo scopo di contattare i suoi colleghi. Il suo intento è di chiedere loro di sacrificare i loro bonus in modo che lei possa continuare. Due giorni, una notte è soprattutto una sonda un po’ scioccante in un occidente ridotto a livelli di solidarietà ed empatia dello stesso livello di un villaggio del neolitico, ma è Marion Cotillard il vero effetto speciale: tra rassegnazione e combattività, dignità e rabbia, resa e riscatto, somiglia troppo alla vita come è fuori dai film per non continuare a pensare a lei anche dopo un po’ che è finito.e a mantenere il suo posto di lavoro.

02 Dicembre

“Il sale della terra” di J.R. Salgado e Wim Wenders
Orvieto – Biblioteca L. Fumi – Sala Eufonica – ore 16
Su prenotazione – tel 0763 306450

L’universo del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado raccontato attraverso gli occhi di due importanti registi: Juliano Ribeiro Salgado – figlio dell’artista – deciso a conoscere meglio quel padre spesso distante da casa, e Wim Wenders, anche lui fotografo e grande ammiratore di Sebastiao Salgado. Guardare le fotografie di Salgado, che negli ultimi 40 anni ha viaggiato in oltre cento paesi mostrando i mille volti delle Americhe, le miniere d’oro in Brasile, la carestia nel Sahel, il genocidio in Ruanda, uomini e donne al lavoro, e infine la spettacolare bellezza della natura incontaminata, significa non solo conoscere popoli e nazioni, altri uomini e altre donne, assai diversi da noi, ma soprattutto incontrare noi stessi. Più che un film da godersi sullo schermo, Il sale della terra è infatti una grande esperienza emotiva, una testimonianza di amore e bellezza destinata a lasciare un segno profondo nel cuore dello spettatore. Merito naturalmente delle straordinarie immagini di Salgado, ma anche di chi ha saputo sceglierle, mostrarle attraverso il proprio sguardo, raccontandole a sua volta, contestualizzandole con l’aiuto di piccole e toccanti interviste al suo autore che nel rivedere quegli scatti sembra rivivere tutto l’orrore di un’umanità ferita, spesso agonizzante, eppure bellissima.

3 Dicembre

“SanBa” di Valentina Belli
Sala Eufonica – ore 16 (prenotazione allo 0763 306450)
Bar Montanucci – ore 19 (fino ad esaurimento posti)

Vincitore del premio “TaoEdu” alla 61° edizione del “Taormina Film Fest”.
Fabio è un ragazzo adolescente di San Basilio, una delle più difficili e problematiche periferie romane. Fabio ha un tocco artistico e una natura sensibile, ma a San Basilio c’è poco spazio per l’arte e l’unico modo per fuggire è la droga, così, come molti dei suoi amici, Fabio inizia a fare uso di pasticche, fino a quando viene arrestato dalla polizia . Tuttavia, grazie alle sue capacità artistiche Fabio riesce ad evitare il riformatorio ed è, invece, condannato a sei mesi di servizi sociali.
Teresa, invece, è appena arrivata dalla Sardegna,è un assistente sociale per l’associazione culturale “mura”, seguirà la creazione di quattro dipinti murali su altrettante facciate di alcuni edifici del quartiere per mano di due artisti internazionali. Sarà qui che Fabio e Teresa si conosceranno. La diffidenza iniziale si trasformerà presto in innamoramento, per Fabio Teresa sarà diventata un punto di riferimento, il primo reale cambiamento nella sua vita.

Come Fabio, anche l’intero quartiere di San Basilio sta disperatamente cercando di cambiare, di abbandonare le notizie tragiche che hanno troppo a lungo caratterizzato la zona, gli abitanti vogliono offrire un futuro migliore ai loro figli. E i grandi murales lungo le strade principali del quartiere sono proprio questo, il desiderio di dare un taglio al passato, la speranza di una rinascita. Ma Fabio sarà in grado di scegliere un’altra strada? E il quartiere di “Sanba” sarà in grado di cambiare?

04 Dicembre

Spettacolo “Refugees” di Ugo Bentivegna, con Claudia Koll e Valeria Contadino – Orvieto – Duomo – ore 21.00

“Refugees” è uno spettacolo che vuole dar voce a coloro che voce non hanno: i rifugiati. Questo termine, spesso usato impropriamente, racchiude diverse tipologie di persone note e sconosciute, ma pur sempre esseri umani, segnate da un destino avverso. “Refugees”, attraverso quattro storie vere, scelte fra alcune raccolte nel libro “La notte della fuga”, edito da Avagliano Editore, vuole arrivare a rappresentare simbolicamente la figura del rifugiato tipo. Dopo una stretta collaborazione con la scrittrice, Donatella Parisi, è sembrato opportuno riadattare con la stessa, per una migliore fruizione teatrale, quattro storie selezionate che vedono protagonisti ragazzi provenienti dal Kurdistan, dalla Colombia, dalla Mauritania e dalla Repubblica Democratica del Congo, legati dallo stesso destino. “Refugees” racchiude prosa, danza, canto, musica e immagini, che fondendosi insieme costituiscono uno spettacolo, che attraverso storie toccanti, aiuta lo spettatore a riflettere e a immedesimarsi . Le quattro storie lette dai due attori, Claudia Koll e Ugo Bentivegna, sono intervallate da brani suonati dal vivo da Marco Ciardo, accompagnato dalla voce di Enrica Arcuri e dalle coreografie di Vito Blasi e Agnese Allegra. Segue un’ultima storia, interpretata da Valeria Contadino che ci riporta alla figura dell’italiano emigrante in Argentina e alla nascita del tango nei sobborghi di Buenos Aires, come metafora dell’attuale esodo al quale assistiamo tutti i giorni con gli sbarchi a Lampedusa. www.refugees.it

05 Dicembre

Testimonianza di Chiara Amirante – Bolsena – Basilica di S. Cristina – ore 18.00

Chiara Amirante è fondatrice e presidente della Comunità “Nuovi Orizzonti”. Fin dal 1990 Chiara decide di dedicarsi ai ragazzi di strada, al “popolo della notte”, nei luoghi più degradati di Roma. Nasce così “Nuovi Orizzonti” che – dalla prima comunità residenziale per una ventina di ragazzi a Trigoria – si trasforma in breve tempo in una vera e propria “factory dell’amore”, della solidarietà e dell’accoglienza con sedi e attività in diverse parti del mondo. Nel 2003 il sindaco di Roma Walter Veltroni le ha consegnato il Premio Campidoglio. Nel 2004 Giovanni Paolo II l’ha nominata consultrice del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti. Nel 2012 Benedetto XVI l’ha nominata consultrice del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ed è stata nominata uditrice alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.

L’impegno di “Nuovi Orizzonti” si dispiega su vari fronti: 854 Equipe di Servizio, 207 Centri di accoglienza, formazione ed orientamento, di cui 70 Centri Residenziali di Accoglienza, Reinserimento e Formazione; 52 Centri di Ascolto di Prevenzione e di Servizio; 85 Famiglie Aperte all’accoglienza; 5 Cittadelle Cielo in via di realizzazione, più di 450.000 Cavalieri della Luce impegnati a portare la rivoluzione dell’amore nel mondo.
Dopo il grande successo di Solo l’amore resta (con 8 edizioni in un mese) ed E gioia sia, entrambi best seller, è uscito un nuovo libro di Chiara Amirante con la prefazione del Cardinal Marc Ouellet, Dialogare con Dio. In questo piccolo manuale per imparare l’arte di ascoltare e parlare con Dio, il lettore troverà non solo un trattato di vita interiore, ma anche preziosi esercizi pratici per coltivare la spiritualità. Una lettura ispirata e ispirante, che affascinerà non solo i credenti, ma anche tutti coloro che ambiscono ad affinare la dimensione contemplativa della vita quotidiana.“La preghiera del cuore è una via preziosa alla pace: È l’ossigeno dell’anima e ci dona forza quando ci sentiamo prostrati dalle tante e a volte terribili sferzate della vita. Oggi, anche chi si dice cristiano tende troppo spesso a vedere la preghiera come un dovere, un compito da assolvere, nella speranza di guadagnare qualche “buono-Paradiso”. Abbiamo dimenticato quanto sia fondamentale per vivere la nostra vita in pienezza e per custodire la pace nel cuore”.

06 Dicembre  – “Le ultime diciotto ore di Gesù” , presentazione del Libro di Corrado Augias
Orvieto – Atrio Palazzo dei Sette – ore 18.00 –In collaborazione con la Libreria dei Sette per la 20a Edizione del Libro Parlante

Tutto si è svolto in un pugno d’ore, diciotto o venti al massimo. Dall’imbrunire di un giorno, al primo pomeriggio del successivo. In modo convulso. Per lo più nottetempo o alle prime luci dell’alba. Il processo che ha cambiato il destino dell’uomo è stato celebrato sicuramente in fretta, ma in base a quali accuse? Secondo quale rito? Chi aveva ordinato l’arresto e perché? E soprattutto, chi aveva il potere di convalidare il provvedimento emettendo la sentenza finale? Ad essere indagate sono le ultime febbrili ore di Gesù di Nazareth, il giovane profeta giustiziato su un patibolo romano a Gerusalemme in un anno convenzionalmente datato 33 della nostra era. E’ questo un libro dove si entra e si esce dalla storia, dove si raccolgono e indagano i documenti, dove si commentano le fonti e le si fa parlare, e dove anche uomini e cose prendono vita. Saggismo e gesto narrativo s’incontrano.  Molti sono i protagonisti della storia e appaiono più  tormentati, sfaccettati, umani, di quanto siamo soliti considerarli. Pagina dopo pagina, Corrado Augias tiene il lettore col fiato sospeso ricostruendo una vicenda che crediamo, non sempre a ragione, di conoscere, lasciando aperte delle domande e fornendo nuovi e inaspettati punti fermi da cui, ancora e ancora una volta, ripartire.

Corrado Augias è giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Dopo diverse esperienze giornalistiche come inviato per «L’Espresso», «Panorama» e «la Repubblica», ha partecipato alla nascita della cosiddetta “TV-verità”. La sua attività di scrittore spazia dal teatro alla narrativa, alla saggistica. Nel 2006 ha pubblicato il libro Inchiesta su Gesù. Nel 2007 ha pubblicato per Mondadori Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi, un’appassionata ed argomentata difesa della lettura. Nel 2008 ha pubblicato il libro Inchiesta sul Cristianesimo. Nel 2015 escono per Einaudi Le ultime diciotto ore di Gesù Il lato oscuro del cuore.

07 Dicembre  – “Cercando il Volto della Misericordia” con Catherine Prescott
Orvieto – Museo Emilio Greco – 7 dicembre – ore 17.30 – “Looking for the Face of Mercy”

Catherine Prescott è una ritrattista americana che insegna nel Programma accademico di Gordon College a Orvieto. Ha esposto due volte i suoi dipinti in una competizione nazionale al National Portrait Gallery, Washington DC. Ha ricevuto premi in The Portrait Society of America, The Art of the State e molti altri concorsi. Ha esposto presso l’Istituto Butler of American Art, il Museo Brauer, il Museo d’Arte Susquehanna, il Phillips Museum e diverse gallerie negli Stati Uniti. Lei è associata con CIVA (Christians in the Visual Arts) e “Women painting Women”. Il suo lavoro è apparso su diversi giornali: Huffington Post, Image Journal, CIVA Seen, American Arts Quarterly, The Art of the Portrait e American Art Collector. Ha insegnato pittura presso il Messiah College in Pennsylvania per 20 anni. Il suo lavoro è rappresentato dalla Seraphin Gallery, Philadelphia.

08 Dicembre

“Mater Misericordiae” L’arte dei Madonnari per le vie del Centro – Piazza della repubblica – Torre del Moro – Piazza del Duomo

L’arte dei Madonnari chiude il Festival d’Arte e Fede nel giorno di apertura del Giubileo straordinario della Misericordia e celebra la festa dell’Immacolata nel centro storico illuminato dalle luci natalizie, inaugurando il Circuito dei Presepi cittadino. I madonnari sono artisti di strada, così chiamati dalle immagini, soprattutto sacre e principalmente Madonne, che sono soliti disegnare per strada. Il termine è di probabile origine centro-italiana. L’arte dei madonnari è quindi un’arte “sacra” per il tema che i pittori di strada sviluppano ma anche per il “sacrificio” che essi stessi compiono nel dipingere chini sull’asfalto sfumando i colori con i polpastrelli. L’arte dei madonnari è un’arte popolare. Nella sua semplicità di linee, di colori, di volumi, di stilizzazione è immediatamente amata dal pubblico e suscita molte emozioni. Si può affermare che i dipinti dei madonnari fanno parte della stessa tipologia di arte sacra popolare cristiana alla quale appartengono i presepi. L’arte dei madonnari è un’arte “effimera cioè “che dura un solo giorno” a sottolineare l’aspetto non permanente della pittura.

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 Il Festival  è organizzato e promosso dall’Associazione Culturale Iubilarte, in stretta collaborazione con la Diocesi di Orvieto-Todi, con il Comune di Orvieto, con il sostegno dell’Opera del Duomo di Orvieto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, di Crediumbria Credito Cooperativo, di Vittoria Assicurazioni, dell’Università di Gordon College (USA) e con  il patrocinio della Provincia di Terni e della Regione dell’Umbria.

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Per contatti:

Dott. Alessandro Lardani (direttore artistico) – cell. 347/8152428; direzione@festivalartefede.itwww.festivalartefede.it


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