Casamonica: va ora in onda il funerale del servizio pubblico

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Johannes Cremerius in un suo noto trattato di psicoanalisi affermava che il potere non ha mai ali candide. Una frase bellissima che aderisce perfettamente al nostro Bruno Vespa che con le sue ali da anni svolazza gaudente, strofinandosi le manine, intorno agli ospiti del suo salotto imperiale mediatico da sempre in onda su RAI UNO.

Non sappiamo di chi sia stata l’idea di ospitare elementi della discutibile e plurindagata famiglia Casamonica, non sappiamo se il CDA sia stato messo al corrente della scelta autoriale, non sappiamo quanta autonomia editoriale abbia la struttura di Porta a Porta. Rimane il fatto che ancora una volta qualcuno, grazie ad un enorme potere, sia stato lasciato libero di danneggiare l’immagine della RAI. I commenti del giorno dopo sui giornali e delle autorità politiche nazionali e romane sono pesanti macigni che fanno sprofondare nel dolore quanti ancora credono che un’ informazione seria e competente possa prevalere in RAI. Danno ragione a chi trova tutte le scuse per non pagare l’odiato canone, forniscono la direzione per il baratro del Servizio Pubblico e mancano di rispetto a tutti quei cittadini che hanno subito le vessazioni dei Casamonica.

L’art 3 del vigente  CONTRATTO DI SERVIZIO dice: “1. La Rai riconosce come fine strategico e tratto distintivo della missione del servizio pubblico la qualità dell’offerta, si impegna affinché tale obiettivo sia perseguito anche nei generi a più ampia diffusione ed è tenuta a:

improntare, nel rispetto della dignità della persona, i contenuti della propria programmazione a criteri di decoro, buon gusto, assenza di volgarità, anche di natura espressiva (…)”

Mettere in vetrina le ragioni del clan dei Casamonica, secondo noi viola il contratto di servizio, viola il codice etico, offende il pubblico, non informa chi già sa e informa male chi non sa, legittima infine dei criminali assurti al rango di star per un morboso e distorto “DOVERE DI CRONACA”. Rimane solo un puro esercizio di potere e di becera volontà di raggiungere miseri punti percentuale di share fregandosene dei contenuti e del messaggio.

Noi dell’Associazione RAI BENE COMUNE -IndigneRAI- come cittadini e dipendenti ci dissociamo dalle decisioni editoriali e autoriali intraprese dal costosissimo staff di Porta a Porta. Non vogliamo essere complici di un modo di utilizzare il media TV come amplificatore del potere, e in questo caso anche di discutibili personaggi.

Nella RAI auspicata dal nuovo DG si percepisce la volontà di eliminare i talk show ormai stanchi di andare in onda, si percepisce la volontà di consegnare l’azienda a giovani forze. Ci rivolgiamo al Dott. Bruno Vespa e al Direttore di RAI UNO Giancarlo Leone: seguite il consiglio del neo direttore generale, lasciate spazio a nuove forze e nuove idee, le vostre si meritano un’ immediata pensione. Non chiamiamole DIMISSIONI, chiamiamola PENSIONE. Fatelo per il bene della nostra RAI.


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