Expo, l’altra faccia dell’esposizione universale

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L’altra faccia dell’esposizione universale riguarda il lavoro di chi deve garantire la sicurezza ai tanti visitatori dell’Expo di Milano. Come è noto l’esercito supporterà le forze di polizia, soldati che terminati i posti nelle poche caserme ancora aperte sono stati sistemati in tende negli spiazzali delle caserme tra Lombardia e Piemonte. Il maltempo non allaga solo i padiglioni milanesi ma anche le tende dei soldati che armati di scope e pale provano a respingere l’acqua. Alcuni campi sono allagati e le tende impraticabili, i più fortunati alloggeranno sotto ai capannoni che di solito sono occupati dai mezzi militari e con la temperatura al di sotto dei quindici gradi già alle sei di pomeriggio si prospetta una notte altrettanto fredda.

Lo sconforto di molti di loro è palese, alcuni hanno diversi anni di servizio con esperienze  in missioni umanitarie all’estero in zone difficili e increduli non riescono a capacitarsi di quanto sta accadendo. Non possiamo chiedere a degli uomini e delle donne di trascorrere sei mesi sotto a delle tende con il freddo e con il caldo per prestare il proprio servizio lavorativo. Il malcontento viaggia sui social dove sono state postate alcune immagini accompagnate da frasi piene di frustrazione e ingiustizia da parte di persone che ad oggi non sanno per quanti mesi saranno impiegati in questo servizio.

La sicurezza alla luce di una situazione nazionale e internazionale confusa è essenziale, l’Esercito italiano ha le capacità tecniche e logistiche per garantirla ma  deve operare con serenità,  come  tutti i lavoratori,  per poter svolgere al meglio le proprie funzioni.


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