Carcere per diffamazione. Dal 2011 sedici anni di carcere a 20 giornalisti

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Dati di Ossigeno resi noti al corso di aggiornamento alla Biblioteca Nazionale Centrale. Confronto di Iacopino e Della Volpe con il relatore della legge in discussione alla Camera

Negli ultimi quattro anni in Italia almeno venti giornalisti sono stati condannati al carcere per il reato di diffamazione. Due hanno cominciato a scontare la pena poi sono tornati liberi. Complessivamente i magistrati hanno inflitto oltre 16 anni di detenzione. Il dato risulta da una ricerca di Ossigeno per l’Informazione sui casi segnalati dal 2011 a oggi. La ricerca sarà pubblicata prima dell’estate. Il dato più clamoroso è stato anticipato venerdì 22 maggio 2015 dal giornalista Alberto Spampinato, direttore dell’Osservatorio sui giornalisti vittime di intimidazioni, durante il corso di aggiornamento professionale per giornalisti intitolato “Rettifiche e diffamazione. Una prassi positiva per assolvere diritti e doveri”, che si è svolto alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, durante il quale c’è stato un confronto fra l’on. Walter Verini, relatore della proposta di legge in materia di diffamazione e al quale hanno partecipato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino e il presidente della FNSI, Santo Della Volpe, il segretario di Ossigeno Giuseppe Federico Mennella e gli avvocati Andrea Di Pietro e Martino Umberto Chiocci.

IL CARCERE – La ricerca di Ossigeno riguarda il ristretto numero di processi per diffamazione di cui l’Osservatorio viene a conoscenza. È perciò ragionevole pensare che le condanne e gli anni di carcere siano di più. Il direttore di Ossigeno ha sollecitato il Ministero della Giustizia a fornire il dato completo ricavandolo dalle statistiche ufficiali di cui dispone. Per tutti i casi citati da Ossigeno l’esecuzione della pena detentiva non è mai iniziata, con due eccezioni: Alessandro Sallusti nel 2012 cominciò a scontare la pena agli arresti domiciliari e pochi giorni dopo tornò liberò per effetto di un provvedimento di clemenza dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che commutò la pena detentiva in una multa, e Francesco Gangemi, arrestato nel 2013 all’età di 79 anni, che lasciò il carcere dopo cinque giorni per motivi d’età.

Le ultime condanne documentate da Ossigeno sono quelle di Pierluigi Visci, direttore del Resto del Carlino punito con 8 mesi di reclusione per un necrologio giudicato diffamatorio e di Antonio Cipriani, ex direttore responsabile della catena di quotidiani Epolis punito con 5 mesi di detenzione.

MF-ASP

Da ossigenoinformazione   


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