Checkpoint Charlie Hebdo

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I Colleghi parigini puntavano la matita affilatissima. Mirando centravano perfettamente ogni entità che violentemente o pacatamente accampa il diritto di (arrogante) supremazia in quanto “eletta” e perciò autorizzata a stabilire che “tutti gli altri” possono pur essere schifosi o quasi e pertanto alla bisogna sterminabili.

La presunzione del termine “ELETTO” che segue sostantivi come “razza/popolo/stirpe ecc.” conduce SEMPRE alle più terrificanti piaghe per l’umano essere. L’ultimo che (ufficialmente) ne dimostrò l’assunto al mondo intero fu Hitler.

Da circa 15 anni lo stesso mondo che condannò e ripudiò (condanna e ripudia) la follia nazista (quella atomica scaricata su Hiroshima appartiene per convenzione a simulacro per pietà e pentimento) si trova in balia degli stessi prodromi dell’Hitler pensiero: terrore da fanatismo parossistico che (oggi) identifichiamo nell’isis, califfato et similia verso il quale fin dall’11 settembre abbiamo giusto opposto a nostra volta “notti dei cristalli” fatte da azioni ed espressioni ignoranti tra “scontro di civiltà” e Oriana Fallaci pensieri. A questo stato sono ancora fermi e ci marciano i portatori di svastiche nei cortei e gli istituzionali che riempiono il parlamento europeo e, chi più chi meno, ogni parlamento di paese membro (Le Pen e Salvini giusto per citarne due). A questi si agganciano ministri e affini pronti a privilegiare metodi pseudo minculpop (ché si fa prima) piuttosto di ragionarci su. Mai come in questo momento sarebbe il caso di formare un checkpoint universale per dirimere l’entrata tra ragione e (qualunque) fanatismo ché oggi, per quanto propostici in due versi ben distinti, è chiaro che appartengono alla stessa medaglia!

In sintesi: chi vuole la guerra?!


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