Lunghe mani per larghe manne ovvero poli per politiche “sociali”

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[…]è una città dalle due facce, da un lato quella dell’apparenza e dei salotti, dall’altro quella delle periferie e dei quartieri degradati, di cui si cerca di non parlare. Noi vogliamo dare voce a questa […] dimenticata. Da oggi sottoporremo ai […] un questionario» Per quelli là della mafia capitale questo poteva essere senz’altro utile incipit per tastare il “terreno da degrado”, sì da poterne poi fare (come in effetti è stato) lucroso, quanto lercio,  business nel tutto che ruota, tra le altre,  in ambito delle cd  “politiche sociali”: immigrati irregolari, l’impiego nelle cooperative, campi nomadi e via così andare.  Magari è stato diramato. Che ne sappiamo noi?

Per certo quel questionario è comparso in Piemonte (al posto delle quadre leggasi infatti Torino e torinesi) distribuito dalla Lega in persona del suo ideatore Cota (ex governatore “mi ricordo mutande verdi” in attesa di giudizio). Qualche domanda pregnante per centrare l’obiettivo: “lei si sente discriminato rispetto agli immigrati irregolari?” “Pensa sia giunto il momento di dire “prima i nostri?” “Qual è la prima emergenza del suo quartiere (tra le opzioni:campi zingari)?”

Oh, ma chi avrebbe mai detto che  ‘sto concetto di degrado universale avrebbe potuto soddisfare in doubleface, ovvero “sfamare cani e porci”? E’ modo di dire naturalmente. Intendevo dire: manna utilizzabile a 360 gradi, per latitudine e longitudine, insomma a tutto (giro-giro) tondo…Casca il mondo.


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