Amal Aman Alè!

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Lo spettacolo che ha imbandito quel ramo della laguna di Clooney non si vedeva dal varo del Moro di Venezia  (la grande vela di Ferruzzi non l’Otello di Shakespeare) e moltissimo prima solo il doge e il suo bucintoro nello sposalizio del mare  eguagliarono lo sfarzo gigantesco. Tra cortei e processioni, tra abiti d’altissima moda e gioielli, location regali e ricevimenti stratosferici George ha impiegato circa 3 giorni per impalmare Amal, la bella ed elegante avvocatessa libanese. Da qui forse l’orientale refuso di qualche testata nazionale che ha chiamato Amman, come la capitale giordana, il più stellato albergo veneziano che invece si chiama Aman.

Sta di fatto che i coniugi Clooney, distributori di sorrisi e sguardi affettuosi al popolo osannante (e riverente) si sono sentiti a loro agio nella veste di sposi novelli. Qualcuno ha associato il tutto all’unione tra William e Kate: i soliti romantici. La realtà (sempre più reale dei re) si ferma piuttosto a “Jhon e Jaqueline” new generation.

Ancora una volta è Spoon River: recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore. Negli States il recitare pare essere privilegio dati attori professionisti alla Casa Bianca e al Governo. Da noi, invece, professionisti non sono.


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