La giunta della ASR “No all´accordo contrattuale norme contro la categoria serve un referendum vero”

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La Giunta della Stampa Romana denuncia anche un metodo di trattativa opaco e verticistico e una subalternitá a culturale che lede l´autonomia del sindacato”

Roma 27 giugno 2014 – Ecco le ragioni del no della´Associazione Stampa Romana Un´ occupazione precaria e sottopagata invece che stabile e di qualità. Un lavoro autonomo privo di dignità e ulteriormente ricattabile invece che nuove figure contrattuali e professionali flessibili ma di alto profilo. Un inaccettabile cancellazione senza equità di istituti contrattuali in cambio di nulla. Un simbolico aumento in busta paga che non ha ricadute sui minimi e che si autodistruggerá allo scadere del triennio. Una serie impressionante di concessioni agli editori che minacciano in prospettiva i già precari conti di Inpgi e Casagit. Una trattativa opaca e verticistica che ha umiliato gli organismi stessi della FNSI e tutta la base del sindacato. Una totale subalternità culturale alla controparte e al Governo che lede l´autonomia del sindacato e la sua capacità negoziale Queste in sintesi le ragioni per cui La giunta della ASR esprime un giudizio totalmente negativo sull´accordo contrattuale raggiunto nella notte fra lunedì e martedì da Fieg ed Fnsi e approvato dalla Giunta Nazionale a maggioranza. LA CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO – Dopo l’inaccettabile patto sul lavoro autonomo che ha originato l’altrettanto grave formulazione dell’Equo Compenso, la segreteria della Fnsi ha siglato una serie di modifiche alle regole contrattuali che destrutturano il mercato del lavoro introducendo nuove tipologie di assunzione, come il salario di ingresso, che abbassano le tutele dei giovani, quelle di chi è rimasto senza lavoro e, di riflesso, anche quelle degli occupati. Da questo accordo esce un quadro che mina la professione e conseguentemente apre una falla nello sistema delle garanzie democratiche del Paese di cui l´informazione è un pilastro insostituibile. TEMPI DETERMINATI A VITA E SOTTOPOGATI – Gravissimo poi il passaggio in cui si concede agli editori lo sgravio sia retributivo che contributivo anche per le eventuali assunzioni a tempo determinato, senza che sia nemmeno garantito un successivo processo di stabilizzazione. CANCELLATO UN PEZZO DI RETRIBUZIONE DIFFERITA – Viene inoltre cancellata per i nuovi assunti una parte significativa della retribuzione differita, ovvero la cosiddetta ex fissa. Tale retribuzione viene di fatto depennata per chi non abbia, entro il 31 dicembre 2014, superato il 10° anno di anzianità aziendale e sostituita con un versamento dello 0,25% sulla pensione complementare (0,50% a partire dal 2026!). Sopra il 10° anno si percepiranno somme pressoché simboliche rispetto al maturato: 10mila euro sopra i 14 anni, 8mila sopra i 13, 6mila sopra i 12, 4mila sopra gli 11 e 2mila sopra i 10. A chi è in attesa della liquidazione perché pensionato, si provvede con una rateizzazione di 12 anni per altro garantita da un prestito di 35 milioni a carico dell’INPGI e senza alcuna reversibilità. APPRENDISTI PER 6 ANNI E SENZA GARANZIE – Si introduce infine la figura dell’apprendista in luogo di quella del praticante (prolungando la retribuzione ridotta fino a 36 mesi e riducendo ulteriormente anche quella successiva che resterà quella del Redattore Ordinario meno 30 per un altro triennio, sempre che il contratto sia trasformato a tempo indeterminato). UNA SANATORIA MASCHERATA A FAVORE DEGLI EDITORI – Norme che, assieme a quelle sul lavoro autonomo, avranno l’effetto di precarizzare definitivamente la categoria rendendo di fatto più conveniente l’utilizzo di collaboratori sottopagati, o l’assunzione attraverso l’apprendistato o il tempo determinato in luogo di quella a tempo indeterminato. Senza contare che queste norme serviranno da paravento a una gigantesca sanatoria di posizioni illegali che verranno sanate a danno dei professionisti fino ad oggi sfruttati selvaggiamente. ADDIO DEMOCRAZIA SINDACALE – La Giunta prende atto con rammarico che la segreteria della Fnsi e la Giunta non abbiamo ascoltato le voci che da più parti della categoria chiedevano un percorso trasparente e partecipato e rileva come questo apra una profonda ferita nella democrazia sindacale, per di più in una Federazione già da tempo in crisi di identità e progettualità. UN REFERENDUM A PATTO CHE SIA VERO – La Giunta torna a chiedere che l´accordo sia sottoposto a un Referendum vero, da tenersi nelle redazioni e nelle Associazioni, una consultazione trasparente e inclusiva che abbia come platea quelli a cui questo accordo si dovrà applicare. ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 5 LUGLIO – La Giunta, infine, ritiene che le modalità e i contenuti di questo accordo rendano evidente come la FNSI abbia bisogno di un profondo processo di ricostruzione dal basso che, superando lo schema ormai desueto delle componenti, torni a parlare a tutte le giornaliste e tutti i giornalisti italiani che svolgono davvero la professione. Per queste ragioni la Giunta della ASR aderisce alla assemblea aperta che si terrà a Roma il 5 luglio prossimo.

Da stamparomana.it


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