Legge elettorale, intesa su riforma solo per la Camera. Il Senato resta con il sistema elettorale uscito dalla Consulta

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Doveva cominciare alla Camera l’esame degli emendamenti sulla legge elettorale ed invece il pomeriggio ha avuto il suo epicentro fuori dall’Aula dove sembra che sia stato raggiunto un accordo tra i partiti della maggioranza ed anche con Forza Italia su un emendamento del PD che limita l’efficacia della legge elettorale alla sola Camera dei deputati. Malgrado questi che sembrano ormai punti fermi, i lavori parlamentari procedono formalmente al rilento. E’ stata respinta una richiesta della Lega di tornare in Commissione mentre i gruppi maggioritari hanno approvato una richiesta del Presidente della Commissione, Sisto, di riorganizzare i lavori per l’Aula nel comitato dei nove. Domani mattina è prevista la ripresa dei lavori alle 10 e 30.

E’ difficile fare delle previsioni ma non sembra che vi sarà grande spazio per gli emendamenti diretti a disciplinare le possibili forme di ineleggibilità dei parlamentari per conflitto di interessi.
Al di là delle valutazioni politiche, il giudizio su questo doppio regime elettorale è preoccupante. A parte tutte le criticità che caratterizzano l’Italicum e che abbiamo già messo in luce in precedenza (liste bloccate, alto premio di maggioranza ed altissimo sbarramento per le forze politiche che si presentano da sole), evidenziando anche i profili di incostituzionalità, si deve dire che questa soluzione della diversa disciplina elettorale per i due rami del parlamento sembra grottesca.

Ci sarà pure il progetto di eliminare il Senato, ma fintanto che questo non avverrà ( e si tratta pur sempre di riforma costituzionale con doppia lettura e con possibile referendum) il nostro paese avrà due leggi diversissime per Camera e Senato e tutti i progetti di Governabilità saranno clamorosamente contraddetti.
Per ora mi pare che piuttosto che un compromesso siamo di fronte ad un pasticcio!


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