Berlusconi. Una candidatura… farsesca!

“Correva l’anno 1972 e il manifesto, che oltre a essere un giornale era un gruppo politico, correva alle elezioni. Con la parola d’ordine semplice semplice «Vota manifesto, libera Valpreda» riempivamo le piazze e scaldavamo i cuori” (il manifesto Sardo, 11 aprile 2008). Oggi pochissimi si ricordano di quella battaglia politica solitaria che portò un gruppo politico a candidare come capolista in tre circoscrizioni un personaggio in carcerazione preventiva, imputato nientedimeno che di strage. Indubbiamente la candidatura di Valpreda fu un atto di sfida alla legalità materiale dell’epoca e di sfiducia verso il sistema

Siria, tre anni di orrore senza fine

Nei giorni scorsi David Crane, ex procuratore internazionale dell’ONU, in un suo discorso aveva paragonato la Siria ad Auschwitz. Qualche giorno fa Tytty Cherasien, che in questo periodo si trova in Siria, in un suo post aveva descritto le terribili condizioni del campo profughi palestinese Yarmouk situato nei pressi di Damasco. Le parole di Tytty raccontano una situazione simile a quella descritta nell’incipit di Se questo è un uomo di Primo Levi. In quel campo già in Febbraio un centinaio di persone erano morte…