Impasse. Il caffè del 15 febbraio

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Mentre è già toto ministri, e la destra prepara i suoi ricatti, e 5Stelle e leghisti decidono di sottrarsi al rito delle consultazioni, tanto è già tutto deciso, in tanti si chiedono “Matteo, perché?”. Non è passata una settimana da quando il segretario del Pd, in Sardegna per sostenere Pigliaru, indicava tre schemi di gioco. Continuare ancora un po’ con Letta, ma deve mettersi a trottare. Andare al voto con l’Italicum o anche con il Consultellum (proporzionale e preferenza). O, infine, modellare un governo che porti la legislatura fino in fondo e “cambi l’Italia”. In pochi giorni, forse in poche ore, il giocatore “acrobata” ha bruciato due dei suoi “schemi” e si è ridotto a uno, il terzo, tanto difficile dal somigliare alla battuta di uno sbruffone. Cambiare l’Italia? Con chi? Con Alfano, con Berlusconi (di nuovo) che oggi sarà ricevuto al Colle, e una palude parlamentare che non ha più paura di essere mandata a casa?

“Non avevo scelta”, pare abbia detto il sindaco di Firenze, ricevendo  per San Valentino, 1268 coppie di anziani. “Mi ero fatto un altro film, vincere le elezioni, prendere milioni di voti, battere le destre”. E allora, perché? Dicono che glielo avrebbero chiesto proprio tutti. Di certo Squinzi e Camusso, entrambi stanchi dell’attendista Letta. E tanti manager, alti burocrati, finanzieri e dirigenti in attesa di nomina.  Anche qualche banchiere centrale, gli ha telefonato Draghi? L’amico di Renzi, Oscar Farinetti rivela “La verità è che mille parlamentari non avevano alcuna intenzione di andare a casa.  Io ero tra coloro che lo consigliavano di andare a votare subito, ma gli ho anche detto che il Paese non può aspettare l’estate”. Oppure Renzi si sarebbe convinto dopo aver parlato con Speranza (sic!) capo gruppo del Pd alla Camera, che gli avrebbe detto (by Corriere) di “non poter assicurare la tenuta del gruppo sulla legge elettorale, con il voto segreto”.

Sì, è possibile che il piè veloce si sia sentito già sullo spiedo, a cuocere con Letta a fuoco lento, sulla brace dell’eterna palude italiana. E abbia preferito correre, in Smart, verso il governo e l’ignoto. Sarà. Ma è finito sulle spine. Giannelli lo sfotte, piazzandolo in un quadro, a cavallo e con le ali, dietro Napolitano e tra due corazzieri, mentre fanno girotondo, con i pattini e a passo di corsa, Casini, Alfano, Berlusconi, Vendola: i consultati!

Ieri Pippo Civati ha lanciato via internet  l’idea di un Nuovo Centro Sinistra. “L’ipotesi – dice al Corriere – non è una battuta o una provocazione. Sicuramente noi vorremmo essere protagonisti dentro e fuori il Parlamento. Alfano si è inventato il Nuovo Centro Destra, che mi sembra molto simile al vecchio…Mi domando quando ci saranno le trattative per il nuovo governo ci andranno Renzi e Alfano o c’è anche una soggettività diversa nel Pd? C’è ancora la sinistra in questo paese?”. Fine della citazione.

Verso sera, mentre correvamo con il “pulmino Monastra” (una multipla della nostra candidata alla segreteria siciliana) da Ragusa a Siracusa, mi ha chiamato un giornalista dell’Unità. “Scissione? È vero che avete 12 senatori e andrete a fare un gruppo al Senato con SEL e una parte dei 5Stelle?”. Io non ho proprio niente, tranne una bella famiglia e un po’ di mestiere. Scissione? Pochi uomini politici mi sembrano meno scissionisti di Civati. Certo, se la destra gioca su più binari, sarebbe idiota che la sinistra (o quello che ne resta) suonasse un’unico spartito. NCD che minaccia elezioni? NCS che chiede leggi sul conflitto d’interesse, i matrimoni paritari, il salario di cittadinanza. Io stesso, nel caffè di ieri, proponevo un governo che si concentri su riforme ed economia – e bene ha fatto Cuperlo a chiedere a Renzi di non ascoltare le sirene neo liberiste – ma con un Parlamento libero di scongelare i voti dei 5 Stelle e approvare misure contro la corruzione e per i diritti civili. Non si può salire sul filo dell’acrobata  con gli scudi chiusi a falange.

Intanto, attenti al fango che già inzacchera le scarpette dell’equilibrista. Scrive il Fatto: “Il Caimano lo abbraccia, il Vaticano lo fustiga”. L’Oservatore Romano scrive di “Peccato originale del nuovo governo è che nasce con metodi stantii”. Ma il giornale di Padellaro sostiene anche che Verdini sarebbe andato a cercar voti per il nascituro governo Renzi tra i “Forza Campania” di Cosentino, e qualche senatore di Forza Italia. Per rendere irrilevante il peso di Alfano & C. Invece della provocazione civatiana, un regalo avvelenato dal Caimano. E questa schifezza viene accreditata pure dal “retroscenista” del Corriere, Verderami.

“Se andassi mai al governo – Massimo Gramellini su la Stampa ricorda uno dei tanti “se” detti da Renzi- mi ricorderei di aver fatto l’arbitro di calcio. Lì ho capito l’importanza di tirare il primo cartellino giallo entro il ventesimo minuto”. In attesa che lo tiri questo cartellino, vorrei dire all’arbitro, acrobata, piè veloce, Renzi, se sui campi di calcio ha imparato anche che l’allenatore con un solo schema nella testa è destinato a finire infilzato.

Da corradinomineo.it


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