Su internet e giornali

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Una recente indagine di Desmos-Coop dimostra che gli italiani (otto su dieci), pur avendo perso fiducia nei confronti dei tg e delle trasmissioni di approfondimento, continuano ad informasi con la tv. Nell’indagine i dati che emergono sono due: l’aumento di gradimento per i canali all news, in particolare Rai News24 e Sky tg24. Questo dovrebbe far meditare i vertici Rai sulla possibilità di far diventare Rai News24 trasversale sulle tre reti generaliste, mantenendo le 6 edizioni principali del Tg1, Tg2, Tg3 eliminando le altre 18, il tempo della lottizzazione dovrebbe finire a favore di quello della professionalità e del risparmio. Secondo punto è l’aumento dell’uso di Internet per informarsi, soprattutto attraverso i giornali on line, passato, in sette anni, dal 24,8 % al  46,9 %, nonostante che l’Italia sia all’ultimo posto in Europa per la diffusione della Rete. Dato dolente: Internet dal governo non è considerata una risorsa ma un pericolo. Letta ha predisposto un disegno di legge, inserito nel decreto Destinazione Italia, che impedirà la pubblicazione (linkare, indicizzare, embeddare, aggregare) di qualsiasi scritto senza il permesso delle associazioni di categoria degli editori e il relativo pagamento. E’ il primo passo verso il controllo della Rete travestito da tutela del diritto d’autore. La “disattenzione” di Letta-Catricalà, nei confronti del mercato dei media, è recidiva, neanche la coppia Monti-Passera ha toccato questi livelli. La legge Gasparri necessita di essere riformata, ma da anni, ad intermittenza, continua a produrre danni più o meno irreversibili. Monti-Passera in parte lo avevano capito e avevano inserito nella legge di Stabilità 2013 lo spostamento di un anno (31 dicembre 2013) la possibilità, per i soggetti che esercitano l’attività televisiva, di acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali. Dal viceministro Catricalà, mai un riferimento alle così dette “posizioni dominanti nel sistema integrato delle comunicazioni”. E’ vero che, dopo la vendita de La7, il cambiamento del mercato con l’avvento del digitale, il controllo della pubblicità da parte di Fininvest si è un po’ attenuato soprattutto grazie all’arrivo di grandi gruppi americani come Google. Dal primo gennaio Berlusconi potrebbe, approfittando delle nuove regole, della crisi di Rcs e delle liti tra Elkann e Della Valle, comprare “il Corriere della sera”, non tanto per il cartaceo ma per l’on line: i giornali sono in testa alla classifica dei siti più visti, riuscendo a fare, dall’opposizione, quello che non è stato capace di realizzare quando era al governo: la mega concentrazione tra Mediaset, Mondadori e Rcs.

* da “Il Fatto Quotidiano”


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