REFERENDUM 8 E 9 GIUGNO. NOI ANDIAMO A VOTARE

Morti sul lavoro, un’autentica carneficina. Molti più di quelli conteggiati dalle statistiche “ufficiali”

0 0

Dall’inizio dell’anno  sono  documentati  539 lavoratori morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre 1150 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere (stima minima su percentuali rispetto ai morti sul lavoro che ogni anno si rilevano costanti con variabili del 50/55% sul totale delle morti). Tra l’altro di altri tantissimi lavoratori (oltre 500) che muoiono sulle strade e in itinere, e non solo, si sa solo che hanno denunciato la morte di un parente e che la loro morte non è riconosciuta come infortunio mortale, e spesso viene riconosciuta solo dopo lunghi processi. Come più volte abbiamo denunciato, intere categorie e professioni non sono considerate in caso di infortunio mortale come morti sul lavoro, su queste vittime c’è da sempre un silenzio devastante da parte di tutti a cominciare dalle nostre massime istituzioni, da quasi la totalità dei media e dalla politica. Tra questi morti non segnalati, anche tra categorie di lavoratori che difendono la nostra sicurezza come i Carabinieri, i Poliziotti, i Soldati e i Vigili del Fuoco, ma potremmo continuare con tantissimi altre figure professionali, tra questi molte partite IVA che spesso nascondono un rapporto di lavoro dipendente e che sono costrette a stipulare un’assicurazione privata e poco protettiva, per i bassi salari pur di lavorare. Dal 1° gennaio 2008 giorno d’apertura dell’Osservatorio sono stati monitorati 3689 lavoratori morti sui luoghi di lavoro comprese le vittime morte anche molto tempo dopo a causa dell’infortunio. Con le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare le 7200 vittime di infortuni mortali.
Un’autentica carneficina, mentre le statistiche “ufficiali” danno molto meno morti. La politica potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in Europa in questa triste classifica e dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani. L’Osservatorio registra tutti i “morti sul lavoro” e non solo quelli che dispongono di un’assicurazione. Moltissime vittime lavoravano in “nero” e alcune categorie non sono considerate “morti sul lavoro” solo perchè hanno assicurazioni diverse. Fino ad oggi Il 39 % sono morti lavoratori dell’ agricoltura dei quali, tantissimi schiacciati dal trattore. Il 22,2% in edilizia, il 16,6% nei servizi, il 5,9% nell’industria (compresa la piccola industria e l’artigianato), il 5,4% nell’autotrasporto, molti altri morti sono in altre categorie che sono percentualmente più basse. Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori (stima minima) di cui 625 sui luoghi di lavoro ( tutti documentati). Si arriva a superare il numero totale di oltre 1180 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle strade che sono considerati giustamente, per le normative vigenti, morti per infortuni sul lavoro a tutti gli effetti. L’Osservatorio considera “morti sul lavoro” tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un’attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come “morti per incidenti stradali”.

Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro e numero totali delle morti sui luoghi d lavoro nelle regioni: Genova 16 morti (Liguria 22). Roma 11, Latina 5 (Lazio 23). Brescia 15, Milano 15, Pavia 7, Bergamo e Como 6, Sondrio 5 (Lombardia 67). Torino 13, Cuneo 10 (Piemonte 33). Chieti 11, Pescara 6, L’Aquila 5 (Abruzzo 24). Foggia 12, Bari 10, Taranto 5 (Puglia 32). Cosenza 12, Vibo Valentia 5 (Calabria 27). Palermo 12, Messina 8, Trapani 8, Agrigento 7, Ragusa 5 (Sicilia 47). Bologna 9, Modena, Parma e Ferrara 6, Reggio Emilia 5 (Emilia Romagna 43). Verona 11, Padova e Treviso 7, Venezia e Rovigo 5 (Veneto 41). Salerno 12, Napoli 8, Avellino 6 (Campania 33). Cagliari 8 (Sardegna 15). Perugia 11 (Umbria 12), Ancona 9 (Marche 20), Trento 7 (Trentino Alto Adige 11) Siena 7, Pistoia e Firenze 6 (Toscana 32), Friuli Venezia Giulia 8, Basilicata 4, Molise 6, Val D’Aosta 1.

* curatore dell’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.