Rai: Catricalà: senza bollino niente contratto di servizio. Art.21, “non può decidere per conto del governo”. Usigrai, “no a privatizzazione, urge chiarimento”
‘Giornata contro violenza sulle donne’, Lunedi 25 incontro pubblico a Roma
«Con Lutero nella Roma del 1510»
Il ritorno della Ostpolitik
Un Kennedy ad Arcore. Caffè del 22 novembre
‘’Distribuzioni dal basso’’, come promuovere documentari e materiali multimediali indipendenti
Svizzera. Referendum sulle paghe dei Top Manager. E Marchionne?
ANPI Verucchio: L’Italia ripudia la guerra
Il sottosegretario Legnini: “Diritto d´autore è anche tutela delle professionalità”
Primo Piano sull’Autore. Ad Assisi si studia Neri Parenti, campione d’incassi
Rai: il programma di Cottarelli: “sottoporre l’azienda ad affidamento o a dismissione”
La privatizzazione della Rai sta diventando uno sport nazionale tra ministri, viceministri, banche d’affari, grandi imprenditori, guru dell’economia e consiglieri dei principi venturi: da Saccomanni a Catricalà, da Mediobanca alla Adam Smith Society, da De Benedetti a Tarak Ben Ammar
John Fitzgerald Kennedy. A 50 anni dall’uccisione. Il ricordo di Furio Colombo
“Alle ore 13,45 di quel 22 novembre del 1963 ero al 27 piano di un ufficio dell’Olivetti in un grattacielo di Park Avenue. Un minuto dopo, ascoltando la radio, ho sentito la notissima voce di Walter Kronkite per la prima volta spezzata dire: “il presidente Kennedy è morto!”. E’ la testimonianza che abbiamo raccolto di Furio Colombo, punto di riferimento per il giornalismo libero e autonomo, di stampo anglosassone. Colombo è uno degli intellettuali italiani più vicini alla famiglia Kennedy e maggiormente consultato dall’establishment politico democratico americano