Giornalisti: l’articolo di Graziella Di Mambro è un coraggioso grido di allarme e di aiuto

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Qualche anno fa alcuni sindaci del sud pontino minacciarono di querelare e di chiedere i danni ai tutti quei giornalisti che denunciando situazioni “poco chiare” avrebbero di fatto pregiudicato l’immagine e l’onorabilità del luogo. Ricordo che erano gli anni della battaglia per lo scioglimento per mafia del Comune di Fondi: scioglimento auspicato dalle Forze di Polizia che avevano fatto parte della Commissione di Accesso disposta dal Prefetto di Latina di quel tempo, Bruno Frattasi, in seguito promosso e trasferito al Viminale. Ma anche l’allora Ministro Maroni si impegno’ personalmente chiedendo per ben tre volte lo scioglimento del Comune a quel Consiglio dei Ministri presieduto da Silvio Berlusconi, che per ben tre volte lo nego’. I giornalisti e in particolare i giornalisti di” Latina Oggi” sono stati in questi anni coloro che hanno retto al tentativo di soffocamento delle notizie ed hanno fornito elementi per tutte le inchieste che televisioni e settimanali nazionali hanno deciso di fare sulle infiltrazioni della camorra, delle’ndrine e sui rapporti tra Stato e Mafia.

Ho letto quindi con apprensione la nota inviata ieri dalla collega Graziella di Mambro (nella foto) dal sobrio titolo “L’agibilita’ dell’informazione in Provincia di Latina” . Nelle numerose riunioni di Giulia, l’associazione delle giornaliste italiane da tempo impegnate su tutte le questioni importanti del Paese, si parla spesso della necessita’ di supportare le colleghe che lavorano in aree difficili del nostro Paese .

Latina e’ a circa trenta minuti di treno da Roma ma tra la Capitale e il capoluogo pontino c’e’ quella famosa discarica di Borgo Montello che ha visto il suo Parroco misteriosamente ucciso. E proprio della discarica di Borgo Montello parla il famoso Sandokan – Michele Schiavone, il cassiere dei casalesi- nella deposizione al generale dei carabinieri Tommasone. La collega Graziella Di Mambro ha scritto una nota, pubblicata ieri da Articolo21, che invito a leggere e che richiama l’attenzione su una situazione di una gravita’ inaudita. Il silenzio si puo’ imporre in tanti modi ma e’ sicuramente istillando una paura profonda e quotidiana che si ottiene, senza troppa fatica, la fine di ogni belligeranza. Difendersi per un giornalista o per una testata di provincia e’ molto costoso: dovere sostenere una montagna di querele alla fine puo’ apparire come un ostacolo insuperabile. E invece la nostra collega Graziella ha atteso uno per uno i processi e finalmente ieri ha vuotato il sacco su una situazione che e’ indegna per un Paese Europeo. Sposata, madre di due ragazze, Graziella ha scritto di tutti i piu’ importanti fatti di cronaca legati ai processi e alle infiltrazioni criminali. Non si e’ fatta intimidire :ha dimostrato che bisogna avere fiducia nella giustizia e nei Tribunali.

I nostri colleghi e le nostre colleghe di Latina ogni giorno acquisiscono quelle informazioni che spesso sfuggono anche alle Autorita’ di Polizia Giudiziaria e che sono alla base di quei processi volti a scardinare il grande giro di denaro illecito e di investimenti da parte delle mafie.
L’articolo di Graziella Di Mambro, vicedirettore di Latina Oggi, e’ un grido di allarme e di aiuto che mi sento di raccogliere e rilanciare ai colleghi e ai Parlamentari sensibili a questi temi affinche’ ne facciano una interrogazione ad hoc .

Il prefetto Frattasi e’ andato via da Latina senza ottenere quella riforma della politica locale che sarebbe derivata dallo scioglimento del Comune di Fondi, le Procure Antimafia lavorano incessantemente e sequestrano patrimoni ai boss ma cio’ nonostante il crocevia pontino rimane lo snodo principe di tutti i traffici illeciti. E solo finche’ avremo giornalisti liberi di parlare e di scrivere rimarra’ aperto uno spiraglio su quei territori scelti dai capi dei capi per i loro traffici illeciti. Chiedo dunque di rilanciare e di condividere la nota della collega di Latina.


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