L’insostenibile incomprensione del Festival

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di Nadia Redoglia
Dai su-su, amici lettori, facciamoci un bel collettivo di “coming out”.  Questa volta il festivàl, per noi nomadi romantici del “e noi non ci Sanremo, noi non ci Sanremoooo”, c’ha fato pigiare il tasto del primo canale, seppur con felina indifferenza. Dai, diciamocelo: come non vedere che tempo che fanno i Fazio, Lucianina, Crozza?!
Hanno fatto il tempo, punto. Al tempo: non loro! Avercene d’elementi così bravi a volerci dimostrare il senso del ridicolo del tempo che ci perseguita!

Fazio col collo della camicia (almeno) d’una taglia in più insieme con la Lucianina (meno male che subito dopo la carrozza a forma di zucca, s’è levata il pezzo di sotto) hanno sapientemente preso per le terga tutti quanti, in particolar modo quelli che, dopo aver omologato comunista ‘sto Sanremo, lo volevano spostare per palese conflitto d’interessi con i loro (interessi conflittuali) che istituzionalmente adoperano da 20 anni per governarci.
Siccome ‘sti qua ancora non avevano capito la presa per pudende, nonostante il (mitico) Crozza che, a differenza delle sue abituali acculturate performance, a Sanremo s’è mantenuto sul facile-facile,  Fazio ha pensato bene di ricorrere addirittura al coro dell’Armata Rossa (roba che già alla caduta del muro avrebbe scatenato ilarità perfino nel rag. Ugo, la Pina e l’Ughina). Ma, non ancora convinto (la Litti mica recita quando lo chiama scassamaroni!) dev’essersi chiesto: e se poi l’Armata Rossa (nonostante i cappelli enormi) viene scambiata per il coro delle GdF? Si va buttare benzina sul fuoco! Pensa che ti ripensa, con la sola forza di disperazione, alla fine ha deciso di tentare il tutto per tutto. Ed è così che è uscita fuori l’Armata-Cotugno. Roba che c’era arrivato proprio nessuno! Chapeau.
Incredibile! A giudicare dai commenti, ci sa che anche ‘sto sacrificio è stato vano.
Oh! Ma quello che disse “una risata li seppellirà” non poteva anche suggerirci i mezzi  per farli ridere,  quelli lì?!


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