Un milione di firme per la libertà dei media in Europa

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Se l’Italia si trova davanti alla ripidissima salita – che le consentirebbe di guadagnare posti nella vergognosa graduatoria internazionale sulla libertà di stampa, dove occupa la 61ª posizione – l’Europa, purtroppo, questa volta ha invertito la consuetudine. E ha preso a modello proprio l’Italia. Il nostro Paese – è evidente – si è imposto come esempio negativo, suggerendo ad altri partner normative inadeguate a garantire una concreta democrazia dell’informazione, intrappolata nelle  sabbie mobili del conflitto d’interessi, della politica che sovrasta tutto il sistema mediatico compreso quello pubblico, della concentrazione delle testate. Un’infezione che ha contagiato Ungheria, Bulgaria, Romania e persino – tanto per citare i casi più eclatanti – il Regno Unito.

Occorre con urgenza correre ai ripari. Se ne sono fatti carico i Cittadini Europei per il Pluralismo e la Libertà dei Media, dando il via a una mobilitazione senza precedenti: si tratta di raccogliere almeno un milione di firme, per promuovere a livello europeo un processo legislativo che imponga severe norme comunitarie per il rispetto del diritto a informare ed essere informati in maniera indipendente e pluralista, così come sancito dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

La novità più rilevante della campagna di raccolta firme consiste nella possibilità di aderire anche on-line, oltre che tramite le tradizionali forme di raccolta sul territorio, abituali – soprattutto in Italia – in occasione di referendum. A sostegno dell’iniziativa, contemplata per altro come efficace strumento di democrazia diretta dal Trattato di Lisbona, sono scese in campo oltre cento strutture organizzative di tutta Europa: della società civile, del mondo dei media, della cultura, dello spettacolo, della ricerca, della scuola, della politica.

Articolo 21, rispondendo a un imperativo che risiede fin dalla sua nascita nel proprio Dna, ha subito offerto il proprio sostanziale sostegno alla Campagna dei Cittadini europei per una legge di iniziativa popolare che induca Parlamento e Commissione dell’Unione a normative anti trust e di garanzia di pluralismo. Non poteva fare altrimenti e l’ha messo nero su bianco nel documento conclusivo dell’Assemblea generale che s’è recentemente tenuto ad Acquasparta.

Gli obiettivi dell’iniziativa europea coincidono clamorosamente con la mission di Articolo 21.
A livello comunitario, infatti, in sintesi si chiede: una legislazione efficace contro concentrazione della proprietà dei media e della pubblicità e il conflitto di interessi, e l’indipendenza degli organi di controllo dalla politica. E il documento di Acquasparta si apre con questa premessa: “É giunto il momento di superare davvero il ventennio del berlusconismo, ma questo richiede anche una discontinuità politica ed etica, proprio a partire dal tema del conflitto di interessi, la cui mancata risoluzione sta all’origine della metastasi che ha corrotto in profondità non soltanto il sistema mediatico, ma l’intero ordinamento democratico”.

Durante la manifestazione di Articolo 21 dell’8 febbraio – indetta, lo ricordiamo, per chiedere ai candidati alle politiche di adoperarsi con sollecitudine all’interno del nuovo Parlamento per la risoluzione del conflitto di interessi, una nuova normativa antitrust, il superamento della Legge Gasparri, le querele temerarie, l’illuminazione mediatica dei soggetti e degli oggetti oscurati – verrà resa pubblica l’adesione dell’associazione all’iniziativa europea e verranno illustrate le modalità telematiche attraverso cui aderire singolarmente.


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