I morti sul lavoro non sono affatto diminuiti

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Ieri, tramite i mezzi d’informazione, siamo venuti a conoscenza del fatto che l’operaio ritrovato morto in un torrente ad Imperia una settimana fa, di cui inizialmente si pensava la morte fosse dovuta ad un suicidio, sarebbe morto in un cantiere e poi buttato vergognosamente in un torrente per depistare le indagini e far pensare ad un suicidio.

Probabilmente era un lavoratore “in nero” o uno straniero non in regola.
La cosa più sconcertante è che nonostante siamo nel 2012 e che l’Italia si definisca un paese civile, possano ancora accadere cose del genere.
Secondo i dati Inail, nel 2011 ci sono stati 930 morti sul lavoro, con un calo addirittura del 4,4 % rispetto al 2010, quando i lavoratori morti (sempre secondo l’Inail) furono 973.
Inoltre, sempre secondo l’Inail anche gli infortuni sul lavoro sono calati con 725000 infortuni nel 2011, con un calo del 6,4% rispetto al 2010, quando gli infortuni sul lavoro (sempre secondo l’Inail) furono 775.669.
Eppure sono ancora tantissimi, troppi, a pensare che questi dati siano come “oro colato”, va invece detto che questi dati sono fortemente sottostimati, perchè l’Inail tiene conto solo degli infortuni, delle morti che accadono ai suoi assicurati.
Si stima che siano almeno 200 mila (una cifra enorme) gli infortuni sul lavoro mancanti ai dati Inail, e che molto spesso vengono fatti passare come malattia, perchè accaduti a lavoratori che erano “in nero” o  in “in grigio” o con contratti di lavoro precari, quindi ricattabili.
Se poi ci sommiamo che ci sono anche tantissimi lavoratori che muoiono “in nero” e di cui non sapremo mai nulla (di questo lavoratore  abbiamo saputo qualcosa, ma è stato un caso), è davvero incredibile che l’Inail parli ancora di calo delle morti sul lavoro.
L’ultimo anno in cui l’Inail ha parlato di un aumento delle morti sul lavoro è il 2006, con 1341 morti sul lavoro, ma l’Inail se ne uscì, con un comunicato a dir poco sconcertante:”“l’impennata di 1341 morti sul lavoro nel 2006, dopo 5 anni di flessione continua, è da considerarsi esclusivamente come un fatto accidentale”
Così quando calano è un fatto positivo, quando c’è un impennata ed aumentano è un fatto accidentale, no?
E nessuno dice niente!!!
L’Osservatorio Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli, ex operaio, in pensione, ha stimato per l’anno 2011 più di 1170 morti sul lavoro: http://cadutisullavoro.blogspot.it/E badate bene, questa è la stima minima, perchè in questi dati non sono compresi i lavoratori morti “in nero”.
E dal 1 Gennaio 2012 ad oggi 5 Maggio 2012 sono morti già 345 lavoratori.
Il “tesoretto Inail”, derivante dagli avanzi di bilancio annuale, ha raggiunto la cifra di 18,5 miliardi di euro.
Invece di essere utilizzato, in modo a dir poco vergognoso, dallo Stato Italiano per ripianare i debiti, non sarebbe giunta l’ora di utilizzarlo per destinarlo veramente a chi ne ha bisogno, cioè agli invalidi del lavoro, che hanno delle rendite a dir poco vergognose e non degne di un paese civile?
Non sarebbe il caso di utilizzarlo per aumentare le rendite ai familiari delle vittime del lavoro?
L’ex Presidente dell’Inca Raffaele Minelli, qualche anno fa disse che ” gli infortuni sul lavoro sono molti di più, si potrebbe addirittura raddoppiare il dato INAIL, perchè spesso gli incidenti non vengono denunciati e il sistema delle tutele e degli indennizzi così come quello del controllo e della prevenzione è del tutto indadeguato”.
L’Inail piuttosto che fornire statistiche incoraggianti sul dramma degli infortuni e delle morti sul lavoro, dovrebbe pensare più che altro, a indennizzare adeguatamente gli infortunati sul lavoro

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze

Email: bazzoni_m@tin.it

 


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