Il 14 aprile il movimento omosessuale farà sentire la propria voce per dire “Basta!Tocca a voi”

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In occasione del 14 aprile, ricorrenza dei due anni della sentenza della Corte
costituzionale, la n. 138/2010, che equipara la famiglia eterosessuale coniugata a
quella omosessuale e dei trent’anni della grande conquista di civiltà che è la
legge che permette la riassegnazione del sesso,  la n. 164/1982, diverse sigle
dell’associazionismo lgbt italiano faranno sentire la propria voce, tramite
sit-in, convegni, conferenze stampa, unite al grido di: “Basta! Tocca a voi” per
chiedere ai parlamentari di non tergiversare più: l’Italia ha bisogno di una legge
che dia la possibilità anche alle coppie omosessuali di sposarsi.
Il movimento vuole ricordare come il Paese abbia ormai compreso quanto sia
necessario dare una risposta legislativa alla già riconosciuta “dignità
costituzionale delle coppie formate da persone dello stesso sesso”.
“Basta! Tocca a voi”” è il monito che il movimento pone ai parlamentari per
richiamarli ai loro doveri: il matrimonio civile per le coppie formate da persone
dello stesso sesso è il solo luogo di espressione di quel diritto all’eguaglianza
che in uno Stato di diritto non deve ammettere eccezioni.
Attraverso questo appello il movimento chiede che sia rispettato il monito della
Corte costituzionale a intervenire per riconoscere i diritti delle coppie
omosessuali andando così a colmare quella che è una ignobile lacuna.
Dichiara il presidente di Arcigay Paolo Patanè:  “E’ necessario portate l’Italia
nell’Europa dove i diritti civili sono anche i diritti delle famiglie formate da
persone omosessuali. E’ necessario che i parlamentari offrano  una tutela
giuridica alle coppie omosessuali e ai loro figli, che ancora oggi se la vedono
negata. Questo 14 aprile assume un doppio significato simbolico: da     una parte
festeggiamo una conquista di civiltà su cui siamo arrivati per primi in Europa e
cioè la legge che consente la riassegnazione di sesso, dall’altra protestiamo
perché ultimi della classe nell’offrire a gay e lesbiche la cittadinanza di cui
sono brutalmente privati. E’ ora di dire basta”


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