Totem Monti

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di Nadia Redoglia
Sarà capitato anche a voi, tra blog, luoghi di lavoro, studio e svago, in code per uffici e supermercati, sotto ombrelli e ombrelloni ecc., discorrere e discutere sul nostro comune destino elettorale, traendo per la maggiore conclusioni pressappoco così: “non ho elementi per scegliere chi votare (seppur mefitico da turarsi il naso/malefico da inocularsi vaccino) o chi non votare. Stavolta, per la prima volta, mi asterrò ovvero annullerò la scheda oppure verbalizzerò il rifiuto…”
E’ evidente che il prof. Monti ha lasciato il segno. Prima ancora d’entrare nel merito delle capacità, gli italiani di buona volontà si sono rimpannucciati nella sua predisposta persona (naturalmente) per bene: da decenni erano in pericolosa astinenza. Già “solo” per questa ragione l’Italia, in pochi giorni, gliel’ha fatta a cambiare faccia di fronte al mondo. Immaginiamoci che meraviglia potrebbe diventare se si aggiungesse per i prossimi 5 anni l’onesta competenza!

Casini, Fini, Montezemolo (per ora) cogliendo l’attimo, meno fuggente dell’elettore, hanno pensato bene far di Monti necessità, Monti virtù? Ah però, qual progresso sarebbe! Sta a vedere che dal tirar su l’unto del signore, dispensatore di miracoli, d’eroi, di chicche (e cocche), si sono ridimensionati a un più terreno (sobrio) totem cui danzare attorno invocando il sole ché di pioggia, dati i governi ladri, ne hanno basta perfino loro.
E noi stiamo messi così, ancora ad aspettare che arrivino i nostri…


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