Giornalismo sotto attacco in Italia

L’indagine sull’attentato passa alla Direzione Distrettuale antimafia

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Un chilo di esplosivo non ce lo hanno tutti. La qualità criminale dell’attentato ai danni di Sigfrido Ranucci ha fato scattare, giustamente, l’allarme rosso sull’informazione in Italia. Il Ministro dell’Interno ha rafforzato la scorta personale a livello massimo per il giornalista. Ma questo è anche il momento delle indagini sul caso specifico. Le verifiche sono state assegnate alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma perché l’azione si configura come un atto di possibile matrice mafiosa, intesa come criminalità organizzata, l’unica che oggettivamente può disporre di una simile carica ed è in grado di controllare il territorio al punto da entrare in azione quando la scorta non c’è. Bisogna anche inquadrare il comprensorio in cui è avvenuto: l’area a sud di Roma è un concentrato di presenze criminali, incluse famiglie di ‘ndrangheta, attraversata da trafficanti che nascondono nei casolari della zona enormi quantità di droga e armi. Chi ha agito ha tracciato  una mappa precisa di orari e luoghi coperte da videocamere.
(Nella foto il Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi)


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