Giornalismo sotto attacco in Italia

La battaglia di democrazia di due attivisti perseguitati per le loro critiche al “sistema Terracina”

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Nell’estate del 2022 una serie di arresti scuotono la città di Terracina, i provvedimenti restrittivi colpiscono anche la allora sindaca Roberta Tintari. Alle misure cautelari, che circa due mesi più tardi furono annullate dal Tribunale del Riesame, seguono molti commenti politici, tra cui quelli di un attivista del posto, Vittorio Marzullo, e della coordinatrice dell’Associazione “Caponnetto”, Simona Ricotti. In un documento che analizza i fatti emersi dalle indagini che travolsero (letteralmente) il Comune di Terracina, Ricotti e Marzullo scrissero, tra l’altro, “il sistema Terracina per quanto ci risulta non si limita quanto emerso fino ad ora”. Per questa frase entrambi furono in seguito querelati dalla sindaca arrestata, che nel frattempo si era anche dimessa dalla carica. Il pubblico ministero del Tribunale di Roma chiese subito l’archiviazione del procedimento a carico di Marzullo e Ricotti ma la presunta parte offesa si è opposta e si è dovuti arrivare alla pronuncia del gip di Roma a favore degli indagati per accertare definitivamente che le dichiarazioni delle ore successive agli arresti non erano diffamanti, bensì un esercizio legittimo di critica politica. Si legge nella ordinanza di archiviazione del gip che quanto affermato dagli indagati ” non è personalizzato (“il sistema Terracina per quanto ci risulta non si limita quanto emerso fino ad ora); dunque, non è riferito alla persona dell’esponente e non contiene, comunque, espressioni dileggianti, offensive. Si verte, in definitiva, in una chiosa di stile contenente generico auspicio a che venga fatta piena chiarezza su tutte le responsabilità nella vicenda”. Inoltre “l’espressione ‘sistema Terracina’ risultata all’epoca utilizzata in relazione a soggetti diversi dalla opponente e, di conseguenza, il riferimento non può intendersi come personalizzato”. Fin qui le considerazioni tecnico giuridiche. Tuttavia la storia dei due attivisti ha altre sfaccettature che riguardano la libertà di critica politica e l’esame del contesto in cui avvengono inchieste come quella che ha riguardato il Comune di Terracina e il cui processo è tuttora corrente. Questa querela, ritenuta infondata dal giudice su conforme richiesta della Procura, è l’emblema di quanto sia difficile portare avanti forme di opposizione sociale e di critica dei contesti politici e amministrativi perché pende sempre la spada di Damocle delle azioni legali temerarie di cui in Italia si registra un brutto record. Brutto non tanto e non solo per i singoli coinvolti ma per la democrazia nel sui complesso.


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