La Rai ha presentato il suo palinsesto. Molte minestre riscaldate, zero sperimentazione. Io continuerò la mia diaspora su La7, la riserva indiana dove ancora si possono ascoltare discussioni interessanti, senza la prudenza filogovernativa che regna in tanti talk show di Viale Mazzini. Tra i pochi programmi che seguivo in Rai, c’era Rebus, di cui non vedo più traccia. Sarebbe un peccato se lo eliminassero, ma dai nuovi padroni della tv di Stato mi aspetto di tutto.
Una riflessione sul canone: se in estate ci rifilano – a costo zero – il ”meglio di” della produzione invernale e delle teche storiche, sarebbe equo che il canone di giugno, luglio e agosto fosse almeno dimezzato. Invece, sarei disposto a pagarlo per intero, se questo trimestre fosse dedicato a sperimentare nuovi format, conduttori, ospiti. Non mi aspetto il coraggio di Angelo Guglielmi e Sandro Curzi, né la rivoluzione di Quelli della notte di Arbore; ma un po’ d’aria fresca ci vuole.