Cercare la pace combattendo nuove armi. L’ultima resistenza della Ciociaria contro la nitroglicerina

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A chi non conosce la Ciociaria non dirà quasi nulla il nome KNDS Ammo Italy S.p.A.
E’ una fabbrica di armi, la ex Winchester e si trova nel cuore verde di una delle province più contraddittorie del centro Italia, narrata come un luogo bucolico che i dati dicono, invece, essere tra i distretti a più alto inquinamento atmosferico. In un’area a ridosso di Anagni (sì la ‘città dei Papi’), già classificata come Sin (Sito di interesse nazionale) per via dell’inquinamento della Valle del Sacco, dovrebbe nascere un reticolo di capannoni per la produzione di esplosivi al ritmo di 40 tonnellate al mese. Quando si dice di aumentare le spese militari e di guerra in Europa, in concreto, nella cosiddetta “messa a terra” accade questo. Come altre volte è accaduto in Ciociaria (per esempio con la Certosa di Trisulti per contestare l’assegnazione a Steve Bannon) sono alcuni movimenti dal basso che fanno emergere le ombre peggiori portando la contestazione in strada, nelle piazze, con i megafoni, come usava un tempo che ora sembra tanto lontano. Così, il 3 maggio, associazioni, comitati e una larga coalizione che si riconosce “di sinistra” insieme a Legambiente Anagni terrà un presidio davanti ai cancelli della Knds (dalle 16). A suo modo si tratta di un’opposizione alla guerra e di un messaggio di pace. Bloccare una fabbrica di armi per fermare la folle corsa al riarmo. Giovanni Stracqualursi, presidente di Legambiente, sottolinea che il presidio vuole essere una forma di “dissenso alla realizzazione di un’opera che prevede la costruzione, in zona boschiva classificata Sin, di 11 nuovi capannoni, strutture che saranno utilizzate per la realizzazione di ingenti quantitativi di materiali esplosivi altamente pericolosi, come la nitrogelatina. E’ una  decisione inaccettabile, – aggiunge –  in antitesi con i valori della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata. L’impianto, inoltre, mette a richiesto la salute dei cittadini e mina l’integrità di un territorio già martoriato dall’industrializzazione degli anni passati».
“Questo progetto preoccupa sotto vari aspetti ma il più grave, senza dubbio, è quello legato alla sicurezza della popolazione. – sottolinea Luca Santovincenzo di LiberAnagni – Stiamo parlando  di un insediamento che produrrà una sostanza per le polveri di armamenti bellici (nitrogelatina), ossia di un nuovo obiettivo sensibile ad attacchi militari, anche a lunga distanza. In un periodo di crescente crisi internazionale, ogni valutazione deve considerare anche scenari di guerra ed è inaccettabile esporre a maggiori rischi un territorio densamente abitato e caratterizzato da conclamate fragilità sanitarie e ambientali. Il sito fra i territori di Anagni, Ferentino e Sgurgola, che contano complessivamente oltre 44.000 abitanti”. I movimenti contrari a questa nuova produzione chiedono agli enti locali di promuovere un diniego istituzione, formale, contro l’avvio della produzione.

La Rete per la tutela della Valle del Sacco (Retuvasa) ha pubblicato in queste ore un dossier che ricostruisce come e perché il distretto dell’alta Ciociaria contribuirà al riarmo dell’Europa in modo determinante.

 

Lo riportiamo di seguito.

Il progetto europeo di  espansione dell’industria bellica e di incremento della sua produzione, si realizza anche nel territorio martoriato della valle del Sacco, tra le città di Colleferro (Rm) ed Anagni (Fr), con l’insediamento di un nuovo sito di produzione, finanziato dal programma ASAP, parte dell’ European Defence Fund (EDF).

Il programma ASAP – The Act in Support of Ammunition Production – (https://defence-industry-space.ec.europa.eu/eu-defence-industry/asap-boosting-defence-production_en) mira a incrementare la capacità di produzione di munizioni in tutta Europa, aiutando così gli Stati membri a riempire le loro scorte e a consegnare munizioni all’Ucraina, anticipando strozzature e carenze nelle catene di approvvigionamento della difesa. Il programma ha attualmente individuato progetti con un bilancio superiore a € 500 milioni per stimolare la produzione di munizioni nei seguenti settori:

  • Esplosivi con un portafoglio di progetti del l’ordine di 124 milioni di euro;
  • Polveri con un portafoglio di progetti del l’ordine di 248 milioni di euro;
  • Shells con un portafoglio di progetti del l’ordine di 90 milioni di euro;
  • Missili con un portafoglio di progetti del l’ordine di 50 milioni di euro;
  • Certificazione di collaudo e ricondizionamento per circa 2 milioni di euro.

È questo il programma di cui siamo venuti a conoscenza, quando si è sparsa la notizia della realizzazione di uno stabilimento di produzione bellica. nel sito che era della Winchester nel comune di Anagni. Il sito di Anagni è uno dei 32 previsti dal programma ASAP ( https://defence-industry-space.ec.europa.eu/regulation-support-ammunition-production-asap-aims-reinforcing-and-ramping-ammunition-production_en ).

Lo stabilimento produrrà nitrogelatina, sarà la Società KNDS  Ammo Italy SpA, capofila del progetto RALLO (PROduction of ModuLar charges with TripLe and Double base PrOpellant)   https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/projects-details/44181033/101172125/EDF?isExactMatch=true&frameworkProgramme=44181033&order=DESC&pageNumber=NaN&sortBy=title ) che finanzia cinque società per un complesso di 41.388.025,99 euro, al progetto italiano vanno 24.599.570,98 euro. È interessante contare come al progetto RALLO partecipino, oltre alla KNDS AMMO Italy e France, le altre tre società siano in Norvegia, Finlandia e Lettonia.

La KNDS Ammo Italy SpA ha il suo principale sito a Colleferro (Rm), conosciuta come Simmel Difesa SpA prima di essere acquisita dalla KNDS, dove verrà utilizzata la nitrogelatina prodotta nello stabilimento di Anagni (Fr). Il programma ASAP è parte dell’ European Defence Fund (EDF) (https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/programmes/edf ). La KNDS riceve in Europa finanziamenti in base all’EDF per altri due progetti (https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/how-to-participate/org-details/892662580):

Partendo dal progetto di Anagni-Colleferro si risale ad una rete di iniziative per lo sviluppo di armamenti, che potremmo definire di piccola taglia se ci facciamo abbagliare dall’ipotesi di stanziare 800 miliardi di euro nei prossimi anni per lo sviluppo dell’industria bellica nell’Unione Europea, i 500 milioni del regolamento ASAP, gli investimenti previsti dall’EDF ci raccontano una storia ben  precisa; lo sviluppo dell’industria militare, dal rimpinguamento degli arsenali tradizionali per quanto riguarda  polveri, esplosivi e proiettili allo sviluppo innovativo del già citato progetto cannoni a propulsione magnetica (Technology for ElectroMagnetic Artillery) mostra una  vera e propria ragnatela di progetti e filiere tecnologiche in cui viene coinvolto il più ampio spettro di tecnologie disponibili, spingendone sempre più avanti il dual use, dove  il fattore abilitante per ogni filiera di armamenti dai sistemi d’arma, alle strutture di comunicazione, comando e controllo, alla gestione complessiva del campo di battaglia è l’ecosistema delle tecnologie digitali, con ruolo crescente che costituiscono il sistema dell’ Intelligenza Artificiale.

Nel territorio martoriato della Valle del Sacco -caratterizzato da processi pluridecennali di contaminazione delle matrici ambientali per i quali è stato istituito il Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del Fiume Sacco- la produzione bellica della KNDS ex Simmel si colloca alla base della piramide delle tecnologie militari, ciò non toglie che negli anni, anzi nei decenni a partire dalla nascita nel 1912-13 della fabbrica di esplosivi BPD, Bombrini Parodi Delfino, sia stato rilevante il suo contributo alla produzione di morte sui campi di battaglia.

Aggiungiamo che oltre alla Simmel, oggi KNDS, erede della tradizione industriale di Colleferro è la Avio, conosciuta per la realizzazione dei missili Vega che portano satelliti in orbita bassa dalla base di Kouru in Guyana francese. Negli ultimi ha preso il via anche la produzione di propulsori per missili da difesa (https://www.rid.it/shownews/6940/avio-guarda-al-militare-parola-all-rsquo-ad-giulio-ranzo  https://www.corriere.it/economia/aziende/23_maggio_08/avio-punta-spazio-difesa-razzi-vega-sistemi-anti-missile-35e55a3a-ed82-11ed-ba41-36c5c16312cc.shtml  https://formiche.net/2024/10/avio-usa-motori-razzi-aumento-produzione/#content ). Come dice nell’intervista l’amministratore delegato di Avio ing. Giulio Ranzo “Vedo prospettive molto interessanti, anche perché l’onda lunga del riarmo legata ai recenti conflitti non credo che nei prossimi anni diminuirà. Questo sviluppo abbraccia poi la grande questione tecnologica dei motori dei futuri intercettori anti-ipersonici, che stiamo per esempio già affrontando nell’ambito del programma europeo HYDIS2, guidato da MBDA, dove Avio è, appunto, coinvolta.”

Gli stabilimenti di produzione militare costituiscono luoghi protetti da particolari misure di sicurezza, che impediscono di fatto di vigilare sulle reali modalità di conduzione dei processi produttivi e della logistica tra i diversi stabilimenti, nel nostro caso tra Anagni e Colleferro; al contrario richiederemo la massima trasparenza -ad oggi non è possibile accedere al progetto KNDS di Anagni sul box regionale- https://regionelazio.app.box.com/v/VIA-023-2025/.

Dalla bassa reattività sociale, alla lotta contro le nocività, ad un progetto per il futuro.

Se lo stabilimento di Anagni si colloca nel progetto di corsa agli armamenti dell’Unione Europea, risponde anche alla logica di utilizzo del territorio della Valle del Sacco, sede del Sito di Interesse Nazionale ‘Bacino del fiume Sacco’ creato per gestire la contaminazione di acqua e suolo prodotta da decine di anni di industrializzazione selvaggia.

A fronte di processi di de-industrializzazione negli ultimi anni si è cercato di insediare impianti nocivi del ciclo dei rifiuti, comunque sproporzionati rispetto alle necessità del territorio. Un territorio considerato a lungo a bassa reattività sociale si è rivelato invece capace di ribellarsi, bloccando a più riprese questi tentativi.

La capacità di mobilitazione, la presa di coscienza della popolazione, costituiscono una base, una condizione necessaria, per aprire una riflessione condivisa, una cooperazione per un progetto di futuro per il nostro territorio; quindi non più solo il rifiuto di ogni nocività, ma la costruzione di una cooperazione sociale per un diverso modello di sviluppo.

Come la militarizzazione dei territori è un processo che travalica i confini regionali e nazionali, così un nuovo progetto di sviluppo richiede che il progetto locale si leghi ad altri progetti analoghi, ad un progetto globale condiviso. Non è cosa di breve periodo, ma costituisce una prospettiva necessaria di ogni nostra mobilitazione, nelle quali si estende la rete dei rapporti con altri territori, si arricchiscono reciprocamente le esperienze, si arricchisce il patrimonio di conoscenze condivise.

L’opposizione al potenziamento del ciclo degli armamenti nella Valle del Sacco è una tappa nella lotta per avviare un processo di riconversione delle fabbriche belliche. Ribadiamo (come enunciato dalla Costituzione) il nostro sostegno alle vie diplomatiche nella risoluzione dei conflitti.

Il periodo purtroppo è dei peggiori dove la guerra, l’accumulo di armamenti, è parte della competizione globale. Il confronto con la dimensione internazionale e i tempi lunghi di una trasformazione delle nostre società rappresentano l’orizzonte concreto di ogni nostra lotta territoriale.

 


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