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9 maggio: “andremo alla cerimonia per rispetto delle istituzioni ma non siamo d’accordo sul metodo”

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Il prossimo 9 maggio si celebrerà il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, un momento comune sia per ricordare i morti sia per porre l’attenzione su azioni tese alla realizzazione di percorsi sulla memoria e al raggiungimento della verità. I familiari delle vittime del terrorismo e delle stragi e le Associazioni hanno sempre scelto di stare con le Istituzioni democratiche e costruire percorsi di valorizzazione della memoria perché il terrorismo e lo stragismo sono stati ferite inferte alla nostra Costituzione e alla nostra democrazia. Dall’Istituzione del Giorno della Memoria del 9 maggio si è sempre condivisa l’organizzazione della Cerimonia con le Associazioni dei familiari equilibrando gli interventi, descrivendo il contesto storico di riferimento e dando conto delle nuove acquisizioni processuali. La definizione del programma è stata sempre costruita insieme concordando nel rappresentare sempre il quadro complessivo delle matrici di quella violenza. Così non è stato quest’anno. Lo svolgimento della cerimonia, infatti, tralasciando la collocazione degli eventi nel quadro storico in cui sono avvenuti, elude quell’auspicato bisogno di comprensione, posto in questi giorni da più parti e che, per essere tale, reclama che ognuno faccia i conti anche con la propria Storia. L’Istituzione che ospiterà la Cerimonia infine ha scelto addirittura come conduttore Bruno Vespa, un giornalista da più parti contestato per alcune note e improvvide dichiarazioni in occasione delle più sanguinose stragi degli anni Settanta.

Quest’anno, inoltre, ricorrono alcuni importanti anniversari che meriterebbero una cornice e un approfondimento storico adeguato. Alcuni processi come quello per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e quello per la strage di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974, sono andati avanti consegnandoci i colpevoli e spazzando via decenni di depistaggi su fantomatiche piste alternative costruite ad arte; altri procedimenti invece, come quello sulla strage di Ustica, hanno indotto la Magistratura a chiedere l’archiviazione delle indagini, riaperte nel 2008 dopo le dichiarazioni di Cossiga, per mancanza di collaborazione degli Stati alleati, sugli autori materiali dell’evento, annullando il lavoro di anni di ricerca e impegno per il raggiungimento della verità. Sarebbe opportuno richiamare alla memoria che il barbaro omicidio del giovane Sergio Ramelli matura pochi giorni dopo l’altrettanto barbara uccisione dello studente Claudio Varalli e la morte di Giannino Zibecchi durante la manifestazione indetta proprio per protestare per l’omicidio Varalli: per questo andrebbero ricordati insieme, delineando il contesto in cui quella violenza, in una logica di contrapposizione, è stata esercitata. E ancora il giovane Valerio Verbano e l’omicidio dell’economista Ezio Tarantelli. Gli omicidi dei magistrati Galli, Bachelet, Minervini, Amato, di poliziotti come Evangelisti o i tre agenti uccisi a Pietrasanta (LU), Armando Femiano, Giuseppe Lombardi, Gianni Mussi. E la dimenticata strage di Gioia Tauro del 22 luglio del 1970: 6 furono le vittime e più di 70 i feriti.

Vogliamo inoltre affermare che non basta solo il Giorno della Memoria del 9 maggio per ricordare, sono necessari percorsi e sguardi rivolti soprattutto agli studenti, ai giovani, a chi non c’era. Per questo, grazie alla Presidenza della Repubblica, era nato il protocollo con il Ministero dell’Istruzione rivolto alle scuole e agli insegnanti per realizzare iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice. Questo importante obiettivo negli ultimi anni ha perso sempre più stimolo mentre dovrebbe essere centrale per creare una cultura della memoria che metta al centro il ripudio della violenza in tutte le sue espressioni.

È per il rispetto che abbiamo dei morti e della storia e soprattutto delle Istituzioni, in primis della Presidenza della Repubblica che ha voluto fortemente l’istituzione dal 2008 di questa giornata, che il 9 maggio saremo comunque alla Cerimonia. Allo stesso modo non possiamo permettere che ci si appropri di una celebrazione che è soprattutto dei familiari e quindi non possiamo tacere la nostra profonda insoddisfazione, sia per rispetto alle vittime, sia per l’impegno profuso in questi decenni dai familiari e dalle loro Associazioni per il raggiungimento della verità e della giustizia e per evitare l’uso politico dei morti di diversa matrice che insieme, anche grazie al 9 maggio, abbiamo imparato a ricordare.

Firmatari
Paolo Bolognesi – Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
Daria Bonfietti – Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
Federico Sinicato – Associazione vittime della strage di Piazza Fontana
Manlio Milani – Associazione familiari dei caduti strage di piazza della Loggia
Rosaria Manzo – Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul treno rapido 904 del 23 dicembre 1984
Daniele Gabrielli – Associazione familiari vittime strage via dei Georgofili
Alberto Capolungo – Associazione delle vittime della Uno bianca
Franco Sirotti – familiare vittima strage dell’Italicus
Benedetta Tobagi – figlia del giornalista Walter Tobagi
Sergio Amato – figlio del giudice Mario Amato
Giancarlo Mancini – Centro studi Luigi Di Rosa


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