Missione compiuta, ci hanno informato commossi i trombettieri del regime.
“Trump ha lodato la Meloni” ci raccontano commossi.
Cosa avrebbe dovuto fare? Insultarla, cacciarla, riservarle il trattamento usato con Zelensky?
Il presidente le ha riservato le parole che spettano ad una a fedele alleata, schierata da sempre con la destra sovranista.
Trump, Vance e Musk vedono in lei una infiltrata nella Unione Europea, una alleata nella campagna contro i “parassiti europei”.
Da qui il riconoscimento, ma nessuna concessione, tanto meno una Italia a schiena dritta.
Comprendiamo la commozione di alcuni gazzettieri, ma il Trump che l’ha lodata è sempre quello che ha tradito l’Ucraina, abbracciato Putin, cancellato Gaza, innalzato i muri contro gli ultimi della terra, tagliato le spese per la sanità ,la scuola, la ricerca, la tutela dell’ambiente, il medesimo che vuole più soldi per acquistare le armi sul suo mercato, quello che, ogni giorno, insulta le donne, le differenze, le diversità, quello che vuole cancellare autonomia della giustizia e della informazione, il medesimo che è già stato condannato per reati spregevoli.
Perché mai si dovrebbe esultare per le sue lodi alla presidente Meloni?
Quando le lodi arriveranno da Putin, da Netanyahu, da Milei, da Bolsonaro, i pifferai continueranno a lodare e apprezzare?
Nel frattempo arrivano quelle di Orban, Le Pen, dei franchisti di Vox, a conferma dei legami di solidarietà tra i soci della internazionale della destra estrema e sovranista.
Senza voler paragonare stagioni e situazioni politiche non assimilabili, sarà il caso di rileggere le cronache delle “missioni compiute” da Mussolini, le lodi ricevute, gli editoriali inginocchiati, l’invenzione di un Duce pacifista, statista, persino moderato e rispettoso della società delle nazioni.
Quanta commozione all’inizio del percorso, quante lacrime alla fine del viaggio.