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Marco Omizzolo a Lievito Latina, un pensiero a tutti i Balbir sfruttati in Italia

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A Latina la rassegna culturale Lievito continua a registrare un incredibile successo di pubblico e di critica. Il 28 Aprile nello spazio curato da Articolo 21, in occasione della Giornata per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, abbiamo ospitato il sociologo Marco Omizzolo in un panel con Graziella Di Mambro, giornalista e referente Legalità della nostra associazione, per la presentazione del suo libro “Il mio nome è Balbir” (People). Marco Omizzolo è tra le figure più attive e coraggiose nello studio e nella denuncia dello sfruttamento dei lavoratori stranieri, in particolare in ambito agricolo. Da anni conduce un’intensa attività di osservazione partecipata nelle campagne dell’Agro Pontino, dove migliaia di braccianti – soprattutto di origine indiana – lavorano in condizioni disumane, sottopagati, senza diritti, sotto il controllo dei caporali e al dominio totale di imprenditori sempre più voraci. Omizzolo non si è limitato a documentare questo fenomeno, ma ha partecipato in prima persona alla lotta per il cambiamento, contribuendo all’organizzazione dello storico sciopero dei braccianti sikh a Latina nel 2016. Quella protesta fu determinante per accendere i riflettori sull’illegalità diffusa nei campi e diede impulso alla Legge 199/2016, che ha introdotto importanti strumenti per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura.

Numerose sono state le sue denunce pubbliche e giudiziarie contro imprenditori e reti criminali che gestiscono il lavoro agricolo come forma di schiavitù moderna. Per il suo impegno, Omizzolo ha ricevuto e riceve minacce e intimidazioni, con tentativi da parte di esponenti politici di rilievo di delegittimare il suo lavoro in virtù di quel principio enunciato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’atto del suo insediamento: “Non disturberemo chi produce”. Una sorta di “Whatever it takes” in salsa padronale. Una piaga di cui siamo tutti complici, magari inconsapevolmente, ma siamo tutti colpevoli Preferiamo definire queste persone invisibili. Ma la verità è che li vediamo eccome: sappiamo, ma non vogliamo sapere. L’“invisibilità” è una comoda finzione collettiva, dietro cui si nasconde l’indifferenza e, spesso, la complicità di un sistema che continua a trarre profitto dallo sfruttamento. Mercoledì 30 Aprile alle 18:00, sempre a Palazzo M, torneremo a parlare di informazione e impegno civile con la video inchiesta “Brucia la terra”, vincitrice della dodicesima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Realizzata da Youssef Hassan Holgado e Tommaso Panza, l’inchiesta approfondisce il ruolo delle organizzazioni criminali foggiane a quattro anni dallo scioglimento per mafia del Comune. All’incontro, curato da Articolo 21, saranno presenti Panza, per condividere con il pubblico il dietro le quinte del lavoro, e Mara Filippi Morrione, portavoce del Premio.

Lievito proseguirà nella serata con uno degli eventi più attesi: il concerto del Maestro Nicola Piovani. L’appuntamento è alle 21.00 al teatro comunale D’Annunzio con “Note a margine”, concerto autobiografico che il Premio Oscar condividerà con Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni. Sullo sfondo, oltre quarant’anni di carriera tra musica, cinema e teatro: Piovani conduce il  pubblico attraverso aneddoti, ricordi ed emozioni, evocando gli incontri che hanno segnato la sua vita artistica, da Federico Fellini ai fratelli Taviani, da Vincenzo Cerami a Roberto Benigni.

Un racconto in musica in cui le parole si intrecciano con le note del suo pianoforte, per restituire tutta la forza espressiva di un mestiere e di una vocazione.


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