Epiteti sessisti contro una giovane arbitra. Allenatori squalificati ma tanto silenzio attorno

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La pioggia batte forte e quasi nasconde il piccolo campo in terra battuta nel quartiere ferroviario di Sezze, (Latina),  teatro il 20 dicembre scorso di quella che già si può definire una pessima uscita sessista in danno di una giovane arbitra, Martina Caponera, designata per la partita del quattordicesimo turno d’andata ospitato nello stadio “Cesarino Tornesi” di Sezze Scalo, appunto, tra La Setina, al nono posto della Prima Categoria, e la vicecapolista, Cisterna di Latina, che ha vinto la partita (conclusa 0-1). Caponera dopo un provvedimento arbitrale è stata aggredita e offesa con epiteti sessisti dai due allenatori della Setina, Claudio e Massimiliano Ciotti. La Lega Nazionale Dilettanti ha severamente sanzionato entrambi. Claudio Ciotti è stato squalificato fino al 31 maggio, il fratello Massimiliano fino al 26 aprile. Nelle motivazioni del giudice sportivo c’è tutta la gravità dell’accaduto. Il primo dei due risulta infatti “ammonito per proteste”. “Alla notifica del provvedimento disciplinare, rivolgeva all’arbitro espressioni gravemente ingiuriose di discriminazione sessista. Alla notifica dell’espulsione reiterava le offese, aggiungendo frasi blasfeme, sia uscendo dal recinto di gioco che da fuori dello stesso”. Per quanto riguarda il secondo “al termine della gara entrava minacciosamente nello spogliatoio arbitrale e rivolgeva espressioni gravemente ingiuriose di discriminazione sessiste al direttore di gara. Persisteva in tale comportamento anche fuori dallo spogliatoio e doveva poi essere allontanato”. Fin qui è arrivato il codice dello sport, ma attorno alla decisione è successo niente altro. Nessuna solidarietà alla giovane arbitra da parte della società “La Setina”, che pure ha un passato di iniziative sociali nobili e molto seguite. Nessun commento da parte dell’amministrazione locale, concedente l’impianto che si trova a Sezze Scalo, nonostante l’assessore allo sport sia una donna. La città conta circa 25mila abitanti, un grosso paesone a ridosso della linea ferroviaria Roma-Napoli, abitato soprattutto da pendolari, molti dei quali sono abanesi e africani che hanno scelto di stare in affitto lì perché i canoni sono più bassi che nella capitale, dove ogni giorno si recano per lavorare nelle cooperative delle pulizie dei grandi alberghi. In un simile contesto la squadra di calcio svolge un suo peculiare ruolo sociale e di esempio che, improvvisamente, il 20 dicembre è saltato. Il contatto quasi fisico tra le partite che si giocano al campo “Cesarino Tornesi” è una delle caratteristiche; gli spettatori seguono il gioco attaccati alla rete di recinzione come negli Anni 60, la tribuna è minuscola, la terra battuta prende il sopravvento nelle giornate di pioggia. Il mutismo seguito al caso di Martina lascia interdetti, tanto più che a Sezze operano da sempre diverse associazioni che si occupano dei diritti delle donne, partecipano alla battaglia contro la violenza di genere anche solo verbale. E questa brutta puntata che viene dal mondo dello sport è sfuggita.
(Nella foto i due allenatori con la dirigenza della squadra. Dal profilo social de La Setina)


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