“Trieste è bella di notte”, un’efficace testimonianza del viaggio dei migranti nella rotta balcanica

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E’ partito dal Friuli Venezia Giulia il tour di presentazione del film “Trieste è bella di notte” di Andrea Segre, Matteo Calore e Stefano Collizzolli, un’efficace testimonianza del drammatico viaggio che porta i migranti dalla Turchia verso l’Italia attraverso la rotta balcanica. Notevole il riscontro del pubblico che ha gremito le sale dove è stato proiettato, in primis alla presentazione in prima nazionale al Film Festival di Trieste.

Tema centrale dell’opera i respingimenti lungo il confine a est di Trieste, ipocritamente definiti “informali”, del Governo Conte2, in piena pandemia Covid, proseguiti con Draghi, sospesi e poi ripresi a fine 2022 con la presidenza Meloni. Una procedura non codificata, definita illegale da una sentenza del Tribunale di Roma della giudice Silvia Albano, che permetteva di fatto agli organi di polizia italiani respingimenti a catena e di gruppo di migranti in Slovenia, Croazia e Bosnia.

Il lavoro propone, senza retorica, le testimonianze di giovani, soprattutto afgani e pakistani, che hanno affrontato un viaggio di anni fatto per lo più a piedi e in condizioni terribili, vittime di percosse, umiliazioni e furti da parte della polizia, soprattutto croata, con l’obiettivo di entrare in Europa attraverso l’Italia. Una fotografia in grado di ricreare attorno al racconto dei giovani un’intimità di sentimenti e valori in cui la preghiera, il rispetto e l’aiuto reciproco sono elementi fondanti, intervallata da scene girate lungo e pubblicate su TikTok, come tutti i ragazzi del mondo. Protagonista immateriale ma di grande forza la colonna sonora composta da canti popolari, accompagnati dal rubad, suonato da Ismail Ismail, mediatore culturale e traduttore, aiuto registra che, a ritroso, ha percorso il viaggio fatto per arrivare a Trieste, e dalle musiche originali di Sergio Marchesini.

Le riprese sono state girate nell’arco di un anno sul Carso, a Fernetti, nel centro di accoglienza di Casa Malala a Trieste e in Bosnia a Bihać, in rifugi di fortuna dove i migranti sostano prima di intraprendere “The game”; il tentativo di portare a termine il viaggio verso il futuro. Incerti i dati sui respingimenti, per il Governo italiano 1300, per quello sloveno 1800. Molti non ce la fanno, di loro non c’è traccia, tantissimi hanno tentato il “Game” decine di volte, fino a farcela. Di questi parecchi sono rimasti a Trieste dove si sono inseriti e lavorano, altri hanno proseguito verso vari paesi europei.

Il film è prodotto da ZaLab e Vulcano in collaborazione con varie realtà fra le quali Ics Ufficio Rifugiati Onlus e RiVolti ai Balcani.

Sarà presentato a Roma lunedì 30 al Nuovo Cinema Aquila, il 6 febbraio alla Camera dei Deputati ma anche in altre città italiane fra le quali Bergamo e Brescia capitali nazionali della Cultura. Tutte le date sul sito www.zalab.org

“Il confine tra Italia e Slovenia è sulle colline, sopra Trieste.

Se lo attraversi a piedi di notte le luci della città brillano nel mare. Può sembrare l’avverarsi di un sogno. O l’inizio di un incubo”.

 


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