“Faceva caldo. Io ero Ilaria Alpi” a Roma dal 3 al 6 novembre

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Dalla prefazione al testo “Faceva caldo – Io ero Ilaria Alpi” di Mila Moretti

Questa di Ilaria Alpi non è la storia vera, uccisa una domenica di primavera,
quasi 29 anni fa il 20 marzo 1994 a Mogadiscio insieme a Miran Hrovatin.
È un monologo. È Ilaria che parla: un atto d’amore per la sua professione.
Sa tutto Ilaria sulla sua morte e su quella di Miran: il perché chi ha progettato e organizzato l’agguato; chi lo ha eseguito chi lo ha agevolato coperto e chi poi, in tutti questi anni, ha depistato alla grande.
“…Non ho intenzione di rivelare niente post mortem!
Il fatto vero e che mi appassiona ancora tanto, è dare
indicazioni su come esercitare la mia professione reporter
a chi volesse farlo, con onestà e coerenza.
… … per questo sono qui … a catapultarvi fuori dal vostro perenne igloo, a dimenticare la combinazione della vostra cassaforte gonfia di delitti per denaro! … …
Serve solo che altri ragazzi non muoiano, che non siano cancellati da voi che volete solo coprire nefandezze.
Dovete credere alle parole di Ilaria Alpi
Sennò l’avrete uccisa per niente
E Ilaria si costituisce parte civile, ora.
Un testo, quello di Mila Moretti, interessante e nitido: riesce con le parole a farci vedere immagini e colori; sentire odori e suoni. A farci capire chi era Ilaria come donna e come giornalista. Essere vivere fare giornalismo: tre dimensioni difficilmente separabili nel profilo di Ilaria.

“Faceva caldo. Io ero Ilaria Alpi”,con Tiziana Scrocca va in scena per ricordare la giornalista vittima di un agguato a Mogadiscio su cui non si è ancora riusciti a fare piena luce. Per questo l’appuntamento teatrale è anche una iniziativa di impegno civile. Si tiene presso la Sala Lysistrata (via Amerigo Vespucci 40 a Roma), che ha dato il patrocinio. Gli spettacoli si tengono dal 3 al 5 novembre alle ore 21 e il 6 novembre alle 18.

(Nella foto la locandina dello spettacolo)


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