Iran. Casa Internazionale delle Donne: Con le sorelle iraniane, basta guerra contro le donne

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Da giorni in Iran si moltiplicano le manifestazioni di protesta dopo l’uccisione di Mahsa Amini, arrestata e pestata a morte dalla “polizia morale” per non aver indossato correttamente l’hijab. Su una ragazza di soli 22 anni si è scaricata una violenza inaudita, frutto di un regime che opprime le donne e ne viola i diritti, attraverso strumenti quali, appunto, la polizia religiosa o il ministero per la Promozione della virtù e la prevenzione del vizio, che di recente, con il Progetto hijab e castità, ha imposto nuove norme di controllo del corpo delle donne, tra cui l’uso di telecamere di sorveglianza per multare chi non porta il velo.

Ma la violazione quotidiana dei diritti delle donne non avviene solo in Iran. Non dimentichiamo, infatti, la sistematica cancellazione che il regime talebano sta esercitando sulle donne afghane, costrette a nascondere i loro corpi sotto abiti informi e, spesso, a rinunciare al proprio lavoro o allo studio. E non vogliamo dimenticare l’immagine della giornalista Khatera Ahmadi, accasciata sul petto perché costretta ad andare in tv col volto completamente coperto.

“Di fronte a tutto questo l’Occidente resta muto, impotente, mentre è in atto una vera e propria guerra contro i corpi e i diritti delle donne, in tutto il mondo. Mahsa Amini è l’ennesima vittima di questa guerra, contro la quale coraggiosamente si stanno schierando le donne iraniane, bruciando gli hijab e tagliando i propri capelli in segno di protesta. Noi non chiuderemo gli occhi, non staremo zitte. Saremo al fianco delle sorelle iraniane e continueremo a tenere accesi i riflettori sulle violenze che si consumano sui corpi delle donne in tutto il mondo”, dichiara la presidente della Casa Internazionale delle Donne, Maura Cossutta.


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