“Il ritorno del reich. Sulle tracce di un nuovo piano Odessa, la rinascita della rete nera” – di Andrea Palladino e Antonella Barranca

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Tra il Rio Paraguay e il Chaco si nasconde un segreto, soldi, logistica, protezioni. Un tesoro enorme, migliaia di ettari di terra, imprese, piste di atterraggio nel mezzo della foresta. Una rete in buona parte occulta che per decenni ha garantito coperture e aiuti a neonazisti e neofascisti.

Le radici più profonde e misteriose della destra eversiva hanno reso possibile un processo di conservazione che oggi ci appare in tutta la sua forza persuasiva. liquidata come retropensiero ideologico di chi vede solo fantasmi, la realtà è ben più complessa e inquietante. Un mondo fatto di connessioni e salvacondotti attraversa tutto il 900 consentendo a uomini come Karl Hass, il boia delle fosse ardeatine, di diventare un agente segreto al servizio degli americani. Una rete nera ha tessuto le sue maglie producendo, per oltre 70 anni, vie di fuga e una smisurata quantità di denaro tra Paraguay, Argentina e Bolivia. Oggi, una nuova destra tradizionalista ed Evoliana, avanza in tutta Europa sotto la bandiera del “sovranismo democratico”. Tra i suoi ideologi anche Aleksandr Dugin, politologo moscovita cresciuto in un oscuro ambiente esoterico e filo nazista. Ombre, simboli e slogan diventano parte integrante della formazione culturale di giovani generazioni. Sembrerebbe solo folclore nostalgico, se non fosse che alcuni di loro appartengono a Fratelli d’Italia e Lega.


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