Luca Attanasio: un altro mondo è possibile 

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Di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano assassinato in Congo un anno da, ci manca soprattutto la gentilezza. Ci manca il suo sguardo sempre sorridente, la sua dolcezza, la sua squisita umanità. Ci manca il suo modo rivoluzionario di intendere il ruolo di diplomatico e la sua attenzione costantemente rivolta agli ultimi, ai poveri, ai deboli, alle popolazioni sfruttate e ai temi dimenticati del pianeta.
Luca Attanasio, probabilmente ha pagato con la vita la sua propensione alla generosità, il suo non voltarsi mai dall’altra parte, il suo prendersi cura del prossimo e la sua scelta di battersi nelle zone ignorate della Terra.
Abbiamo ammirato, in questi dodici mesi, la straordinaria forza d’animo di sua moglie Zakia, la sua totale assenza di rancore, la sua gentilezza d’animo e la sua propensione a proseguire l’opera del marito in favore delle periferie da illuminare, delle sofferenze da far emergere e dello strazio dell’umanità, di cui sembrano volersi occupare, al momento, solo qualche organizzazione umanitaria e lo straordinario papa Francesco.
Luca era una luce nel buio, un esempio e un punto di riferimento. Era l’amico che tutti avremmo voluto avere, il marito dolce e gentile che ogni donna vorrebbe al proprio fianco, un padre splendido, una persona premurosa e un attivista in prima linea per i diritti umani. Era un uomo convinto che ciascuno di noi potesse, nel suo piccolo, lasciare il mondo migliore di come l’aveva trovato. Per questo non si tirava mai indietro, non si arrendeva di fronte a nessun abisso, nessun orrore lo spaventava, la fragilità umana era ciò che lo appassionava maggiormente.
In un momento straziante per la vicenda europea, mentre il mondo è con il fiato sospeso per la crisi russo-ucraina dalla quale potrebbero derivare conseguenze terribili, ricordare Luca e manifestargli stima e gratitudine significa anche ribellarsi attivamente alle logiche intrise di ferocia e spietatezza che caratterizzano gran parte delle classi dirigenti globali.
Luca è morto per testimoniare che un’altra idea di mondo è ancora possibile. Facciamo nostri i suoi insegnamenti e portiamo avanti il suo impegno per una società più giusta. Solo così potremo conservare davvero la memoria di quest’uomo speciale e premuroso, che ci manca anche perché forse ne abbiamo compreso fino in fondo la rarità.

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