Nucleare e militare. Per l’energia vale sempre il criterio del monopolio

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Sul finire degli anni ’80 la mafia bloccò un progetto ambientalista per la realizzazione del primo impianto di compostaggio in Sicilia. Non si potevano far chiudere decine di discariche gestite da Cosa Nostra. Oltre ai finti ambientalisti, si attivò anche un magistrato, che poi indagò su cadaveri eccellenti palermitani. In anni più recenti gli “ambientalisti” si sono battuti, con successo, contro i “rigassificatori”, che sono solo grandi bombole del gas, dove far confluire il metano proveniente da qualunque parte del mondo. Ecco quale era il problema. Difendere interessi illegittimi. Come i monopoli. Enrico Mattei pagò con la vita la sua capacità di spezzare l’oligopolio delle “sette sorelle”. Ma anche Pasolini non riuscì a completare il suo romanzo, chiamato proprio “Petrolio”.

L’attuale crisi energetica favorisce l’industria petrolifera USA e tutti gli operatori mondiali del settore energia. In Italia il metano è monopolizzato dagli eredi illegittimi di Mattei, che non consentono alcuna alternativa ai gasdotti in loro mano. Anche l’Enel sta rincarando (!) le bollette, grazie ad un meccanismo di fatturazione perverso, dalla stessa ideato, con il beneplacito del “garante” dell’energia. La stessa Enel non collega alla rete gli impianti di produzione di energie alternative, che già lo stato ha lautamente pagato alle “organizzazioni”. Povera Greta e C.!

L’UE sta valutando la possibilità di far ripartire le centrali nucleari, pur non sapendo dove smaltire le scorie già prodotte negli anni passati, che non servono più per le bombe atomiche. Ricordiamo la prima pagina dell’Espresso anni ’60 con il fungo atomico, conseguenza militare del nascente nucleare italiano. Ecco un aspetto da far rilevare: le contiguità e soprattutto le analogie tra nucleare e militare. Come gli armamenti, le centrali nucleari sono fornite in regime di monopolio. Due brevetti coprono il mondo intero. Senza ribassi e concorrenza. Ecco perché torna il nucleare.


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