A Milano una pietra d’inciampo per Alfredo Violante, giornalista pugliese deportato e ucciso a Mauthausen nel 1945

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Alla vigilia del Giorno della Memoria – dedicata al ricordo di tutte le vittime della Shoah deportate e uccise nei campi di concentramento nazisti – mercoledì, 26 gennaio alle ore 10.14 sul marciapiede antistante lo stabile di Via Washington, 79 a Milano sarà apposta una Pietra d’inciampo intitolata al giornalista e avvocato pugliese Alfredo Violante, nato a Rutigliano (Bari) il 25 ottobre 1888, deportato nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen nel giugno 1944 e ucciso a 57 anni in una camera a gas il 24 aprile 1945 come oppositore politico del nazifascismo.

Il Comitato per le “Pietre d’inciampo” di Milano, di cui è presidente onoraria la senatrice a vita Liliana Segre, ha accolto, infatti, la richiesta dell’Associazione regionale pugliesi di Milano di ricordare con questo gesto Violante che fu, tra le altre cose, animatore appassionato dell’associazionismo pugliese nel capoluogo lombardo dove si era stabilito dopo essere stato costretto ad abbandonare la sua terra a causa delle intimidazioni e le minacce della polizia fascista per la sua attività giornalistica. Si tratta di una delle 24 pietre che verranno posate quest’anno in città, 13 il 26 gennaio e le restanti 11 il 1° marzo. «Ricordare Alfredo Violante», dichiara il presidente dell’Associazione regionale pugliesi di Milano, il generale Camillo de Milato, «significa anzitutto rendere omaggio a un patriota e cittadino esemplare che negli anni bui del regime lottò con coraggio, passione e tenacia per la libertà e la democrazia fino a pagarne il prezzo con la sua stessa vita e far sì che il suo sacrificio non sia dimenticato. Al contempo vogliamo restituire alla memoria della città un pugliese ed eroe borghese che ha saputo onorare Milano con la sua intraprendenza e amore per la libertà senza mai recidere il legame con la terra natale continuando a scrivere per le testate pugliesi in un periodo in cui non era consentito poter esprimere il proprio pensiero».


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