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Sarebbe troppo chiedere che il candidato al Quirinale si voti indicando – a pena di nullità – solo il suo nome e cognome? Sembra una richiesta ingenua, ma purtroppo ritornano in auge vecchi trucchi per ”tracciare” i votanti, giocando sulle combinazioni dell’indicazione (titolo prima del nome, solo iniziale del nome, cognome anteposto al nome, ecc.).  Questi sistemi – recentementi consigliati senza vergogna dall’esperto Mastella – dovrebbero essere eradicati da regolamenti precisi e rigorosi, per evitare la manomissione della libertà di coscienza di chi deve eleggere la massima carica dello Stato, senza dover sentire il fiato sul collo del partito. La regola della secca indicazione di nome e cognome sarebbe un segnale importante per far recuperare credibilità alla politica, alle istituzioni, salvaguardando almeno la carica del Presidente della Repubblica dall’onta dalla borsa nera a cielo aperto del consenso ricattato o comprato.


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