Premio Zavattini, un genere lanciato dall’AAMOD: i premiati del 2021

0 0

ROMA  – Il Premio Zavattini è dedicato ai giovani che si cimentano nel riuso del materiale degli archivi cinematografici. Un genere lanciato dal premio stesso, grazie al Presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), Vincenzo Vita. Al cinema Farnese Harthouse si è tenuta la cerimonia dei premiati 2020/21. Su decisione concorde della Giuria e della Direzione del premio, l’edizione di quest’anno è stata dedicata alla regista Valentina Pedicini, che faceva parte della giuria, aveva contribuito a scegliere i nove progetti finalisti ed è purtroppo prematuramente scomparsa il 20 novembre del 2020. I presenti hanno ricordato lo sguardo speciale del suo cinema e il suo impegno come una lezione di coerenza e di vita. Antonio Medici, direttore del premio Zavattini, nell’introdurre l’evento ha specificato come “questa realtà si stia trasformando in una tendenza contemporanea e gli stessi archivi si stanno ripensando tenendone conto”. Alcuni lavori sono stati accolti dai festival, tra i quali la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.  Sono intervenuti i tutor che hanno seguito lo sviluppo dei progetti Luca OnoratiLuca Ricciardi Adele Tulli, la coordinatrice del Premio Aurora Palandrani. Il direttore dell’archivio storico dell’Istituto Luce Luca Bufalini.

Prima di introdurre i premiati è stato proiettato il breve cortometraggio Frammenti, di Marco Armenate, vincitore del Premio Memory Ciak, nato dalla collaborazione tra Bookciak, Azione!, la Fondazione Aamod e il Premio Cesare Zavattini.  A seguire la Giuria del Premio Cesare Zavattini, presieduta da Laura Delli Colli e composta da Simone IsolaPatrizia Penzo e Paola Scarnati, ha annunciato i progetti vincitori dell’edizione 2020/21, i cui filmati sono stati proiettati in sala. Nel presentarli Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma e del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani, ha affermato che i giurati “hanno lavorato su una linea condivisa nonostante la mole delle ottanta proposte pervenute, non solo quantitativamente ma anche qualitativamente tutte davvero importanti”. I progetti premiati sono Comunisti di Davide Crudetti, Heimat di Giovanni Montagnana, Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati. La Giuria, inoltre, ha assegnato una menzione speciale a Seize the time 2020 di Marco Scola Di Mambro e ha indicato Heimat quale destinataria della menzione dedicata ad Ansano Giannarelli, prevista dalla presente edizione nel decennale della morte.

Di seguito le motivazioni della scelta dei progetti vincitori:

Comunisti di Davide Crudetti: “Per le domande che sa porre in modo lieve e ironico su una grande e forse troppo pesante eredità politica, culturale e affettiva. Come vive un trentenne di oggi senza troppe certezze, meno che mai ideologiche, il confronto con l’impegno di due genitori comunisti militanti? Nato nel 1991 mentre si scioglieva ufficialmente l’URSS e Achille Occhetto cambiava nome al più grande Partito comunista d’Europa, Davide cerca una risposta autobiografica recuperando tra archivi e ricordi privati, perfino il primo carillon con il quale – al suono dell’Internazionale – si addormentava nella culla. Autoironico e sincero, con questo viaggio nell’anno del suo trentesimo compleanno, che coincide anche col centenario del Pci, mette a fuoco con leggerezza un tema nel quale racconta lo smarrimento di una generazione”.

Heimat di Giovanni Montagnana: “Per aver saputo evocare con immagini struggenti il tema della guerra e della pace nella continua dissolvenza di una memoria che trasforma i ricordi in emozioni. E se una bufera di neve diventa metafora visiva di una tragedia lontana, le parole rubate alle ultime lettere da Stalingrado trasformano confidenze e addii dal fronte in un sogno di normalità e un desiderio di ritrovare agli affetti: tutto ciò che, non solo per un soldato in guerra, da sempre è in una sola parola, il senso del ritorno a casa, al proprio heimat”. A questo progetto che diventa, con sensibilità, un inno universale alla pace la Giuria assegna altresì la menzione intitolata ad Ansano Giannarelli, tra i fondatori dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, per ricordarne a dieci anni dalla scomparsa non solo la carica sperimentale della sua opera, ma anche il suo impegno con Zavattini proprio sul tema della pace, fin dal Cinegiornale della Pace del 1963.

Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati: “Per la capacità del progetto di riaccendere ‘la grammatica della fantasia’ di Gianni Rodari, cui è dedicato. Forse il mondo può salvarsi attraverso l’immaginazione, se questa riuscisse, come in Rodari, a illuminare di una luce creativa le nostre storie, che era anche visione di una società da rifondare, ricominciando dal linguaggio e dai bambini. Il progetto della più giovane tra i concorrenti al Premio Zavattini si ispira, infatti, anche visivamente, al mondo narrativo del grande scrittore, in un confronto originale e creativo con la realtà del tempo recuperato dagli archivi. Dedicato ai bambini di tutte le età”.

Tutte e tre le opere si distinguono per la padronanza tecnica coniugata al personale talento creativo.  In particolare Davide Crudetti con “Comunisti” ha saputo distillare l’universale dal suo vissuto privato: l’eredità di un periodo storico attraverso i suoi genitori e la riflessione sulla propria identità, quella generazionale di chi cerca nuove risposte.

La Giuria infine ha attribuito una Menzione speciale a Seize The Time 2020 di Marco Scola Di Mambro: “Per il segno di forte attualità nel progetto di questo film che denuncia il razzismo, oggi come ieri, attraverso la storia di Norman, 37 anni, afroamericano, in lotta non solo per i suoi diritti ma contro ogni discriminazione. Nella sua protesta, musica, cultura e immagini delle lotte del passato e del presente diventano il mezzo per combattere le barriere in ogni società che non accetta chi è diverso. Nel film, ispirato al realismo del cinema di Antonello Branca, vi è anche la riscoperta di un cineasta raffinato: nel suo Seize the time sui Black Panther, girato nel 1970, Branca ci ha lasciato una testimonianza forte di lotta e resistenza delle comunità afroamericane. Un mondo che questo cortometraggio recupera in una straordinaria complicità d’autore”.

I progetti vincitori avranno il sostegno del Premio Zavattini per la loro realizzazione, che si concluderà nel mese di maggio 2021.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21