L’anti-fascismo è vivo ma ora serve la politica

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L’anti-fascismo è vivo, piu vivo che mai. Lo abbiamo toccato con mano nella splendida piazza organizzata dai sindacati uniti, CGIL, CISL e UIL, insieme per dire no a ogni forma di violenza, di barbarie e di squadrismo. È vivo negli occhi dei compagni e delle compagne bolognesi dello SPI CGIL e dei toscani che ho visto arrivare a Termini poco dopo mezzogiorno. È vivo in corteo, nelle bandiere rosse, verdi e blu che sventolano a San Giovanni, nei comizi dei tre leader sindacali e, soprattutto, nelle parole forti e intense di Maurizio Landini.
L’anti-fascismo, punto di riferimento essenziale, cardine della nostra democrazia, senso stesso del nostro stare insieme, più che mai nel giorno in cui si ricorda il rastrellamento degli ebrei romani del Ghetto, vive negli sguardi di bambine e bambine che hanno accompagnato i genitori alla manifestazione di Roma.
Ora, però, per continuare a esistere, ad avere un senso e ad avere un futuro è necessario che la politica, e in particolare la sinistra, vada al di là delle celebrazioni e della semplice memoria e lo trasformi nel propellente di una nuova grande stagione democratica, all’insegna dei diritti, dell’inclusione, dell’accoglienza e della battaglia in difesa di ogni vittima. Come ho già avuto modo di scrivere altrove, è doveroso attualizzare il concetto. Vanno benissimo, infatti, i partigiani e la Liberazione, Bella ciao, canzone simbolo di libertà in ogni angolo del mondo, e il ricordo costante dell’Olocausto. Fatto sta che il fascismo si è manifestato anche in seguito, sotto forma di bombe, attentati, stragi, violenze e soprusi indicibili, e anche di questo se ne deve parlare eccome. Il fascismo lo abbiamo visto, ad esempio, in piazza Fontana, in piazza della Loggia, alla stazione di Bologna, al G8 di Genova, nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, e o si introducono questi argomenti nei programmi scolastici, se ne parla diffusamente con i cittadini e le cittadine di oggi e di domani, si crea una nuova coscienza civile e si rafforza lo spirito critico di un Paese sfiancato dalla povertà e dalla paura per il domani, o accade tutto questo, o non ci sarà argine che tenga alla furia dissennata delle piazze nere e dello squadrismo montante.
Mettere fuorilegge Forza Nuova e gli altri soggetti che si rifanno espressamente a quell’ideologia di morte e di sterminio è doveroso e, anzi, siamo i  ritardo di anni. Ma non basta, non può bastare, se non si estirpa il cancro fascista dalle menti e dai cuori delle persone, se non si fa capire agli ultimi e ai disperati che non è quella la soluzione ai loro problemi, se non si contrasta seriamente la ferocia che individua nel diverso, nell’immigrato, nell’ultimo fra gli ultimi la causa dell’insoddisfazione dei penultimi.
L’anti-fascismo avrà un avvenire solo se diventerà carne viva, materia di dibattito, argomento di cui si discute nelle scuole sotto forma di memoria storica. Avrà un senso se avrà gli occhi e le parole delle vittime dei molti atti di orrore che si sono verificati in Italia nell’ultimo mezzo secolo. Sarà davvero vissuto e ritenuto un dovere morale se ne verrà mostrato il reale ed eterno volto, che ieri torturava i partigiani in via Tasso e vent’anni fa straziava altri ragazzi di vent’anni a Bolzaneto. Il fascismo è l’abisso della nostra Nazione, il male assoluto del nostro stare insieme, la negazione stessa di ogni idea di comunità. È il diritto alla forza contrapposto alla forza del diritto. È l’antitesi della Costituzione e dei suoi principî cardine. Parlando dal palco, Maurizio Landini ha ricordato l’importanza dell’istruzione e della conoscenza nella costruzione di una società autenticamente democratica. Ebbene, a me torna in mente il Calamandrei che sosteneva che “trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere”. Si riparta, dunque, da lunedì, se ne parli a scuola di questa piazza, non si abbia paura del dissenso e di eventuali strumentalizzazioni, anch’esse di matrice fascista, come sempre lo è l’indifferenza. Se questa piazza resterà invece isolata, una mera, doverosa reazione a un’azione intollerabile e vile, purtroppo sarà stata inutile. E allora saremmo davvero nei guai.

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